Rosolini, ex sindaco chiede l’annullamento delle elezioni «Bisognava votare nel 2020, Regione ha sbagliato i conti»

«A Rosolini non bisognava andare a votare». Non si tratta di un appello all’astensionismo, ma di una valutazione di carattere prettamente amministrativo. A farla è l’avvocato Emanuele Tringali, difensore dell’ex primo cittadino Corrado Calvo, dopo avere presentato ricorso per l’annullamento delle Amministrative del10 giugno. All’origine della decisione di rivolgersi al Tar c’è il convincimento per cui nel centro del Siracusano le elezioni si sarebbero dovute svolgere nel 2020 e non quest’anno. 

«Un mese fa – spiega Tringali -, dopo che la Regione ha emanato il decreto, abbiamo presentato il ricorso, perché a nostro avviso si tratta di una svista clamorosa da parte degli uffici regionali. Forse qualcuno dimentica che dopo le elezioni del 2013 ci fu un ricorso al Tar che impose il ripetersi delle elezioni in due sole sezioni. Il Tar ha dichiarato decaduto il sindaco, la giunta e il consiglio comunale. La Regione ha nominato il commissario straordinario e indetto nuove elezioni. Nel marzo 2015 – prosegue l’avvocato – sono state ripetute le elezioni, in seguito alle quali è stato confermato Calvo che si è quindi insediato con la sua giunta e lo stesso ha fatto il consiglio comunale prestando giuramento. Siamo nel 2015 ed i cinque anni scadono nel 2020».

Il riferimento de legale di Calvo va alla decisione del Tribunale amministrativo regionale in merito al ricorso dell’ex sindaco Giovanni Giuca, che nel 2013 arrivò terzo al primo turno, preceduto di un solo voto da Pippo Incatasciato, ovvero proprio colui che ha vinto il 10 giugno scorso. Il Tar, in quell’occasione, decise che in due sezioni si sarebbero dovute rifare le consultazioni, disponendo al contempo che, nel caso in cui i verdetti non fossero cambiati rispetto al primo turno 2013 – quando si andò al ballottaggio tra Calvo e Incatasciato -, la partita stavolta si sarebbe conclusa con la riconferma di Calvo, senza bisogno di un secondo turno. 

Cosa che in effetti accadde: nel 2015, infatti, i voti raccolti nelle due sezioni furono 472 per Incatasciato, 346 per Giuca, 179 per Pinello Gennaro e 28 per Calvo, che comunque rimase nel complesso il più votato. «Mi pare ovvio si tratti di puro ostruzionismo – commenta oggi a MeridioNews Incatasciato, alle prese con i primi giorni di amministrazione -. Basterebbe chiedersi come mai Calvo abbia alzato questo polverone soltanto all’indomani del voto». L’ex primo cittadino non ha preso parte all’ultima tornata, mentre la sorella è stata candidata nelle liste a sostegno di Gennaro. «Sono sereno e sicuro del fatto che stavolta il Tar rigetterà il ricorso – va avanti Incatasciato -. È una storia surreale, specialmente se ricordiamo che nel 2015 proprio Calvo invitò a votare per me così da evitarsi – conclude il neosindaco – un’eventuale ripetizione del ballottaggio, qualora Giuca mi avesse superato».


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