Rispetto all'iniziale sequestro, il provvedimento non coinvolge i terreni, ma solo un'abitazione nel centro del paese Nisseno, di proprietà della moglie del boss, da cui si è separata. E due vecchi trattori
Niscemi, confisca definitiva dei beni di Giugno Piccola casa e due trattori, valore 71mila euro
Tornano definitivamente allo Stato una casa e alcuni mezzi agricoli di proprietà del boss di Niscemi, oggi collaboratore di giustizia, Giancarlo Giugno. Sulla confisca c’è adesso il timbro della Corte di Cassazione e il provvedimento è stato eseguito stamattina dalla polizia anticrimine della Questura di Caltanissetta. Giugno, condannato in passato per associazione mafiosa, è attualmente alla sbarra nel processo per voto di scambio politico mafioso che vede coinvolti anche l’ex sindaco di Niscemi, Ciccio La Rosa, il suo assessore Calogero Attardi, e altri sei.
È lunga cinque anni la storia che ha portato alla confisca per colui che è stato ritenuto per lungo tempo il numero uno di Cosa Nostra a Niscemi, con stretti legami con il clan di Gela. Il primo sequestro risale al 24 giugno del 2013, in seguito alle indagini per associazione a delinquere di stampo mafioso in cui Giugno era coinvolto. In quel caso i sigilli scattarono su terreni per quasi 43mila metri quadri in contrada Poggio Diana, a Caltagirone, su macchine agricole, fabbricati nella centralissima via XX settembre a Niscemi, tutti intestati alla moglie e al figlio del boss.
Ma nel dicembre del 2015 il provvedimento di primo grado di confisca ha escluso i terreni dal patrimonio da sottrarre alla famiglia del boss. Così si è arrivati all’ultima sentenza che prevede il passaggio allo Stato della piccola casa in via XX settembre a Niscemi, estesa per circa venti metri quadri, di proprietà della moglie di Giugno, Giuseppa Patti, che si è separata dal marito. Il valore dell’immobile, dopo la ristrutturazione, è stato stimato da un perito del tribunale in 68mila euro. Insieme all’abitazione sono stati confiscati due trattori, uno del 1965 del valore di 2.300 euro e uno del 1988 del valore di mille euro.