Comunali Messina, centrosinistra riunito con Saitta «Scongiurare il dissesto se i numeri lo consentono»

Antonio Saitta, 55 anni il prossimo agosto, è il candidato del centrosinistra alle elezioni amministrative messinesi. Laureato in giurisprudenza nel 1985 all’università di Messina, nel giugno 2013 è stato nominato dal ministro per le Riforme costituzionali rappresentante della prima commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica. È stato prorettore dell’università di Messina con delega alla legalità, trasparenza e ai processi amministrativi sotto il rettorato di Pietro Navarra, eletto alla Camera alle Politiche del 4 marzo. Il suo nome è stato scelto al termine di lunghe riunioni. E dopo un’iniziale spaccatura con i renziani della prima ora, ha trovato il sostegno delle varie componenti del centrosinistra messinese. Sei le liste che lo sostengono

A Messina partono in cerca di fortuna ogni anno duemila giovani. Come fermare questa emorragia creando posti di lavoro?
«Il lavoro deve essere il focus di ogni politica per i prossimi anni. Lavoro e sviluppo: bisogna mettere in campo tutte le politiche che vanno in questa direzione. A cominciare innanzitutto dall’erogare una buona amministrazione e dei servizi efficienti, intercettando ogni risorsa utile e pianificando tutte le possibili attività di progettazione per partecipare ai bandi e raccogliere i finanziamenti, mettendo in rete gente e istituzione presenti sul territorio».

Il Comune ha cinquecento milioni di euro di debiti? A suo avviso il dissesto è scongiurato. Lei da sindaco lo richiederebbe?
«Io farei tutto per evitare, ma se i numeri lo consentono. Il piano di riequilibrio non è stato approvato e andrà comunque rimodulato, quello sarà il momento in cui si dovrà fare il punto della situazione. Ogni politica possibile per scongiurare il dissesto va perseguita ai limiti della reale sostenibilità del debito».

Parlando di tram, c’è chi, come De Luca, che vorrebbe eliminarlo. Qual è la sua posizione?
«Il tram va potenziato, perché è il perno del trasporto pubblico urbano, va implementato e dotato di una rete semaforica che gli dia la precedenza sulle auto. Vanno intensificate le corse, anzi tutto il servizio pubblico va intensificato. Quelle sono proposte che non definirei nemmeno propagandistiche». 

Rada San Francesco. Il candidato del M5s Gaetano Sciacca propone di spostare le navi nel porto storico. Lei che futuro immagina?
«Non è un proposta valida perché la rada San Francesco va liberata: lì va realizzato il porto di Tremestieri che è già appaltato. Il porto storico, per poter essere utilizzato per traghettamento, ha bisogno di infrastrutture e soprattutto della via del mare che è da venire. È impensabile fare passare tutto il traffico che va per il continente da via La Farina o dal viale San Martino. La soluzione è il porto di Tremestieri che va realizzato nei tempi e con i costi previsti in progetto».

Quante volte quest’anno è stato al teatro? Quale spettacolo le è piaciuto di più? Quale soluzione per salvare il teatro?
«Sono andato almeno cinque volte. L’ultimo spettacolo che ho visto è stato Due con Raoul Bova e Chiara Francini. Più brava lei, se devo essere sincero. Per salvare il teatro Vittorio è necessario un riordino amministrativo. E anche una forte pressione politica su Palermo, perché dia certezza e continuità di finanziamenti. La Regione non può essere così generosa con i teatri di Catania e Palermo e così tirchia con quello di Messina». 

Il primo provvedimento che firmerebbe da sindaco?
«Una pulizia straordinaria di tutte le aree a verde della città, che sono in condizioni pietose».

Rifiuti, fogne e acqua. Qual è la soluzione?
«Buona amministrazione e progettualità. Sono problemi diversi affidati a enti diversi. Uno alla Messinaservizi, l’altra Amam. Quest’ultima ha appena cambiato managment, mentre la Messinaservizi è neonata e non ha mosso ancora i primi passi e ha un managment che va messo alla prova».

Quale ritiene sia la cosa migliore e quale la cosa peggiore dell’amministrazione uscente?
«Cominciamo con la peggiore. È sicuramente quella relativa alle politiche ambientali sulla nettezza urbana. La città non mai è stata così sporca come in questi cinque anni. Probabilmente la politica sui trasporti è stata, invece, la cosa migliore».


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