Acque e rifiuti, norme per cercare la svolta Due dipartimenti e nuovo dirigente generale

L’assessorato all’Energia va verso il raddoppio. Si ventilava da tempo, ma adesso nel collegato alla Finanziaria ecco un emendamento a firma dell’assessore Alberto Pierobon che ridistribuisce le funzioni, dividendo il dipartimento alle Acque da quello ai Rifiuti. Troppe emergenze, soprattutto legate al settore dei Rifiuti, così ecco che il sistema idrico in Sicilia negli anni si è ridotto a un colabrodo, le dighe necessitano di sostanziali interventi di manutenzione e sul fronte della depurazione l’Ue continua a infliggere salate sanzioni all’Isola. Nessuna certezza ancora sulla figura che sarà chiamata a guidare il nuovo dipartimento, ma filtra che in pole ci sia Marcello Loria, già dirigente del servizio idrico integrato e recentemente chiamato a guidare l’ufficio di gabinetto di Pierobon.

Se sulle Acque, dunque, Pierobon potrebbe puntare sul suo uomo di fiducia, sui rifiuti ha ancora bisogno di mettere ordine. Ecco così che la stretta sui Comuni si fa più serrata: nei mille rivoli degli emendamenti al testo collegato alla Finanziaria, Pierobon riparte ancora una volta dalla differenziata, a cominciare da alcune modifiche alla riforma dei rifiuti, la legge 9 del 2010. Intanto per via dell’obbligo per i Comuni di assicurare il controllo «del pieno adempimento dell’esecuzione del contratto di servizio nel territorio comunale, ivi compreso il rispetto delle clausole contrattuali aventi ad oggetto gli obblighi di raccolta differenziata». Insomma, i Comuni saranno tenuti a rispondere del mancato servizio di raccolta differenziata da parte delle società addette ai rifiuti. E ancora, si abbreviano i tempi di diffida per i Comuni inadempienti: da tre mesi ad appena un mese e mezzo. Poi arriverà la nomina di un commissario straordinario.

Al vaglio dell’Assemblea regionale anche la proposta di Pierobon di anticipare 4,5 milioni di euro per la bonifica dell’area industriale di Milazzo: «Il mantenimento delle risorse – scrive Pierobon nella relazione – è stato subordinato dal ministero dell’Ambiente alla rispettata pubblicazione dei bandi di gara degli interventi entro il 30 giugno 2017. Tale impegno è stato rispettato e sono in corso le procedure di gara bandite entro i termini». Ma Pierobon ammette anche che «il passaggio in ordinario della contabilità si sta protraendo con tempi non compatibili con le stesse procedure di affidamento». A questo punto, cioè, il ritardo è della burocrazia regionale, motivo per cui dal dipartimento si è deciso di anticipare le somme.

Sei milioni di euro sono destinati invece ad interventi «di messa in sicurezza permanente, di bonifica, di ripristino ambientale dei siti inquinati, comprese le attività di analisi del rischio», mentre un altro emendamento prevede un impegno di spesa di 120mila euro nel triennio per collaborazioni con enti pubblici «al fine – scrive l’assessore – di velocizzare l’acquisizione di buone prassi e di know how».

Qualcosa si muove, insomma, nell’assessorato più complicato della macchina amministrativa regionale. Ma la strada verso la normalizzazione dei settori delle Acque e dei Rifiuti è tutta in salita.


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