Il tribunale amministrativo ha bloccato uno degli ultimi provvedimenti adottati a ottobre dal precedente governo. In quel caso il presidente uscente aveva parlato di necessità legata alle leggi in vigore. «Il Tar ha ripristinato una condizione di legalità e legittimità democratica», commenta Leoluca Orlando
Province, Tar riabilita i sindaci metropolitani Stop a commissariamento deciso da Crocetta
Era stato uno degli ultimi anni della giunta Crocetta: il commissariamento delle tre città metropolitane. Che adesso il Tar smentisce, rimettendo alla guida degli enti i sindaci di Palermo e Catania: Leoluca Orlando ed Enzo Bianco. La decisione nasce dal ricorso presentato dai due primi cittadini.
«Con un provvedimento che è tecnicamente di sospensione, ma che già nel merito esprime forti giudizi sulla illegittimità formale degli atti adottati dalla Regione – afferma Orlando – il Tribunale Amministrativo ha ripristinato una condizione di legalità e legittimità democratica e darà la possibilità di riprendere un percorso di ri-costruzione di questi enti intermedi, massacrati da un lunghissimo periodo di incertezza e mortificazione che ha determinato gravissimi danni alla funzionalità e ai servizi resi ai cittadini».
Crocetta aveva preso il provvedimento lo scorso ottobre, respingendo le insinuazioni che leggevano il commissariamento come una punizione per Bianco e soprattutto Orlando che lo aveva criticato pesantemente, e sottolineano come fosse solo una conseguenza delle leggi in vigore. La riforma delle province è infatti rimasta al palo dopo che l’Ars, ad agosto, ha approvato una norma che annulla le novità proposte dall’ex governo e reintroduce il voto diretto. Ciò di fatto ha portato alla necessità di sostituire Orlando, Bianco e Accorinti, i quali, essendo primi cittadini dei tre capoluoghi, in base alla legge Delrio, avrebbero guidato anche gli enti intermedi.
Oggi, però, la decisione del Tar rimette tutto in discussione. «Credo importantissimo – commenta il sindaco di Palermo – il fatto che i giudizi amministrativi, nel caso specifico di Palermo, hanno anche riconosciuto che l’elezione di giugno era da intendersi come un’elezione diretta anche per la carica di sindaco metropolitano, essendo avvenuta in un quadro normativo ben chiaro e definito. È un altro tassello positivo che allontana il buio periodo dello stato di calamità istituzionale che ha contraddistinto la Regione siciliana negli anni scorsi».