Berte maggiori, le sirene dell’isola di Linosa Progetto di studiosi e abitanti per proteggerle

Piccola, rigogliosa, incontaminata. L’isola di Linosa, appartenente all’arcipelago delle Pelagie, deve la sua origine a un susseguirsi di eruzioni vulcaniche. Nera di pietra lavica si staglia contro l’azzurro del cielo e del mare. «Ultimo lembo di terra vergine da scoprire, per chi voglia godere ancora la rarissima ebrezza di un angolo d’Europa selvaggio, primitivo, incontaminato. La verità è che non esiste, in tutti i mari del Mediterraneo, un’altra Linosa». Così scriveva il cronista de L’Ora Mauro De Mauro in un reportage del 1965 sulla rivista Le vie d’Italia. A metà strada tra Sicilia e Tunisia, venne abitata da un gruppo di trenta persone, provenienti da Agrigento, solo a partire dal 1845. Oggi come ieri, l’isola ha mantenuto intatta tutta la sua bellezza primordiale. Questo piccolo paradiso di appena cinque chilometri quadrati è conosciuto come l’isola delle berte maggiori.

Sirene, diomedee, turriache. Sono i nomi con i quali questi uccelli sono conosciuti. Il loro caratteristico canto, simile al gemito di un bambino appena nato, potrebbe avere dato origine al mito delle sirene che secondo la tradizione greca avevano le sembianze di un uccello con la testa di donna. Un’altra leggenda vuole che questi uccelli, chiamate diomedee (appellativo scientifico) siano la reincarnazione dei compagni di Diomede, condottiero greco scomparso in battaglia, trasformati in berte dalla dea Afrodite e costretti a volare in mare alla ricerca del loro comandante. Per i linosani sono nel dialetto locale le turriache.


Desta molto attenzione tra studiosi e ricercatori il fatto che proprio a Linosa si concentra il 20 per cento della popolazione europea di questo uccello migratore. Per questo, l’isola è interessata dal 2012 e fino a dicembre 2017 da un progetto europeo di conservazione della specie Life Pelagic birds, coordinato dal dipartimento di Scienze agrarie e forestali dall’Università di Palermo e in collaborazione con il dipartimento regionale per lo Sviluppo rurale, col movimento ecologista europeo Fare Ambiente, e con il comando dei carabinieri per la tutela forestale.

«La berta maggiore o Calonectris diomedea – spiega Bruno Massa, docente del dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell’Università di Palermo e responsabile scientifico del progetto – ha la più grande colonia europea sull’isola di Linosa. In Italia abbiamo il più importante insediamento di questa specie rispetto a tutto il resto dell’Europa. È stato stimato che sull’isola nidificano diecimila coppie di individui». Questo uccello marino ha un’ampia apertura alare che gli consente di percorrere grandi distanze e sfiorare il pelo dell’acqua durante il volo. «È munita di un becco ricurvo che le permette di cibarsi di pesci e crostacei. Il suo peso varia dai 500 ai 700 grammi a secondo che si tratti di un maschio, più grande, o di una femmina», sottolinea.

Le turriache arrivano a Linosa tra la fine di febbraio e marzo e vi restano fino ai primi giorni di novembre quando si preparano per svernare nell’Atlantico meridionale e nel golfo di Guinea. Dopo il rituale del corteggiamento «che si protrae fino a maggio», avviene la deposizione delle uova. Grotte, scogliere, cavità profonde, sono i luoghi prediletti per nidificare. La scogliera di Mannarazza, nella parte nord di Linosa, è uno di questi. Le berte passano gran parte della loro vita in mare ma tornano sulla terraferma solo durante la stagione riproduttiva. Di giorno gli adulti vanno in mare aperto alla ricerca di cibo mentre di notte rientrano nei nidi per accudire i piccoli appena nati. «La schiusa avviene tra fine di luglio e agosto e il pulcino si invola ad ottobre», precisa.

Una particolarità di questi uccelli è che le femmine depongono un solo uovo all’anno. «Questo significa – continua il docente – che la perdita dell’uovo o dei piccoli compromette la sopravvivenza dell’intera specie. Il progetto Pelagic bird nasce perché il successo riproduttivo della berta a Linosa era sceso al 35/40 per cento. Negli ultimi anni la conservazione degli esemplari è stata minacciata dall’arrivo sull’isola del ratto nero, predatore di uova e pulcini. A questo va aggiunta la tradizionale raccolta delle uova per uso alimentare, oggi illegale, che costituiva un’alternativa proteica per la popolazione e verso la quale è stata avviata un’azione di sensibilizzazione rivolta alla comunità locale».

Recentemente l’Arma dei carabinieri ha donato agli abitanti una stele in pietra che raffigura una berta che prende il volo sorretta da una mano che simboleggia la popolazione dell’isola. «Tra le azioni previste dal progetto – continua Massa – l’eradicazione del ratto nero e l’eliminazione di due specie di piante aliene invasive. Un altro degli obiettivi prefissati, raggiunto con successo, è stato quello di portare a Linosa un turismo alternativo di appassionati ornitologi e birdwatcher. Parallelamente, abbiamo realizzato il sito web Linosando in cui si possono ritrovare moltissime informazioni sull’isola sia dal punto di vista ecologico che turistico».

«In questa stagione, Linosa è popolata da numerosi pulcini di berte che prenderanno il volo tra pochi giorni. I loro versi simili ai vagiti di neonati risuonano sull’isola. È un canto melodioso che scandisce i ritmi di vita degli abitanti e indica ai pescatori, nelle notti senza luna, che si trovano vicino casa». A parlare a Meridionews, è Salvatore Tuccio, uno degli abitati dell’isola, che descrive così il legame che unisce gli isolani alle berte. Video reporter e filmaker di successo, è stato recentemente premiato al Festival di Imperia per il documentario Turriaki, realizzato nel 2013 che riguarda lo studio della Berta maggiore a Linosa. «Il termine dialettale turriaki con cui chiamiamo le berte sull’isola, si perde nella notte dei tempi. Tra gli anziani, a cui ho chiesto, nessuno ha memoria del significato», ammette il giovane.

Da secoli, linosani e berte vivono in perfetta simbiosi. Un segreto che va ricercato per Salvatore nella natura stessa dell’isola. «Così come le berte non possono fare a meno ogni anno di ritornare qui per nidificare, allo stesso modo è forte nei linosani che hanno lasciato l’isola il desiderio di tornare perché abbiamo un legame viscerale con la nostra terra. Restiamo attaccati all’isola come le patelle di mare allo scoglio». Curioso e affascinante è soprattutto il rapporto di fedeltà che le berte hanno con i loro partners. «Ogni anno le stesse coppie che si sono separate per svernare si ritrovano nello stesso nido che utilizzano per più stagioni riproduttive. Una scoperta incredibile a cui gli studiosi sono giunti perché conoscono i singoli individui che in precedenza hanno inanellato. Di sicuro dai turriaki c’è molto da imparare».


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]