Siracusa, da elettricista a liutaio tra i migliori d’Europa «Il top? Brian May dei Queen con una mia chitarra»

«Qui mi considerano un professionista solo da due anni al massimo, quando ne sono passati oltre dieci dal giorno in cui ho cominciato a fare questo mestiere. All’inizio mi prendevano perfino in giro perché, obiettivamente dalle mie parti, quella che faccio non è una cosa usuale». Corrado Carpinteri, classe 1986, nato e cresciuto a Canicattini Bagni, paese in provincia di Siracusa di professione fa il liutaio, l’unico in tutta la provincia aretusea

Diplomato in informatica all’istituto tecnico tecnologico Enrico Fermi di Siracusa, Corrado si iscrive all’università e, per circa due anni frequenta il corso di Disegno industriale a Palermo. «Ci ho messo poco a capire che non era la mia strada, un po’ di più a dare retta a quella che da sempre è la mia passione». Racconta Corrado che, lasciati gli studi, segue le orme del padre elettricista per circa tre anni. «Lavoravo nove ore al giorno, ma appena tornavo a casa mi chiudevo nel mio scantinato e, fino a notte fonda, sperimentavo con pezzi di legno improvvisati».  

Fra ricerche sui forum tematici su internet e pratica con legno arrangiato, Corrado costruisce la sua prima chitarra. «Era una riproduzione – spiega – della Red Special che da oltre 54 anni suona il mio chitarrista preferito, Brian May dei Queen e che lui stesso si è costruito quando aveva 16 anni». Quello del giovane liutaio con il chitarrista del gruppo rock britannico è un rapporto molto particolare. «Sono un suo fan da sempre, ho iniziato a fare questo lavoro grazie a lui. Un giorno mi sono deciso e gli ho scritto una mail in cui – ricorda – gli ho proposto di realizzare per lui una chitarra ispirata alla sua, simile ma con caratteristiche sonore diverse, e gli ho mandato in allegato un rendering, ovvero una simulazione in photoshop della chitarra ultimata. Mi ha risposto dopo tre giorni – racconta sorridendo – facendomi i complimenti e mi ha detto che non solo la voleva, ma che me l’avrebbe anche voluta pagare. Io alla fine gliel’ho voluta regalare e dopo qualche giorno ho ricevuto anche la foto con lui che suona la chitarra realizzata da me». 

Riuscite le prime, Corrado non ha più smesso e oggi taglia il traguardo della sua creazione numero 100. «Il primo ordine – ricorda – è arrivato dalla Germania quando ancora qui usavo solo i miei amici musicisti come cavie e ancora oggi l’80 per cento dei miei clienti viene dall’estero». La Carpinteri Guitars ormai è conosciuta in tutto il mondo e lo scorso mese il liutaio canicattinese è entrato a fare parte dell’European Guitar Builders, l’associazione che riunisce i migliori professionisti del settore. «Mi fa uno strano effetto – commenta Corrado – essere un membro al pari dei più grandi liutai europei a cui mi sono ispirato».

Una media di 30 strumenti costruiti ogni anno. «E di tutti ho un ricordo preciso, non solo perché conservo nel computer ogni fase della lavorazione, ma perché mi affeziono molto alle mie creature». Del resto, per ultimare un modello di chitarra semplice occorre più di un mese e mezzo, mentre per quelli più complicati si superano anche i quattro mesi di lavoro quotidiano. «Parto dal legno grezzo, che acquisto solo dai miei rivenditori di fiducia, poi seguo tutti i vari passaggi – spiega – dalla piallatura, alla calibratura e alla sagomatura». Negli ultimi tre anni il liutaio non si limita usare solo le mani, ma si è dotato di un pantografo guidato da un computer. «La tecnologia non è una nemica, anzi è molto utile in un lavoro di precisione millimetrica come il mio – osserva – Sono sempre io che faccio i progetti, solo che è lo strumento a tagliare il legno seguendo le indicazioni del mio lavoro al computer». L’evoluzione dell’artigiano, con l’introduzione dell’innovazione tecnologica, non ha cambiato lo stile né la qualità o la quantità della produzione: in questo momento in costruzione nel laboratorio di Carpinteri ci sono infatti 15 strumenti, dieci chitarre e cinque bassi, anche se le richieste effettive sarebbero molte di più. «Il mio slogan rimane “Take your time” (ndr, Prenditi il tuo tempo)», afferma il giovane che adesso è apprezzato anche a livello locale, tanto che uno dei suoi strumenti è utilizzato anche dal chitarrista dei Tinturia, Peppe Milia e sono molti i musicisti professionisti locali che si affidano a lui per le riparazioni e per le creazioni.

«All’inizio le prese per i fondelli erano regalate e molti erano scettici, compreso mio padre. Poi, quando ho realizzato la prima chitarra funzionante, feci venire nello scantinato un mio amico musicista per provarla. Sentendo il suono mio padre si commosse e, da allora, è diventato il mio primo supporter». Progetti per il futuro? «Imparare a suonare la chitarra innanzitutto – sorride Corrado -, ingrandire il mio laboratorio e cambiare le attrezzature e i macchinari. E poi assumere qualche dipendente, perché il carico di lavoro è superiore alle mie possibilità e andrei anche incontro alle richieste di molti che mi chiedono di insegnargli quello che faccio. Sicuramente non sarò mai ricco di soldi – conclude -, ma le soddisfazioni, se fai bene il lavoro, sono regalate».  


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