Centinaia di persone hanno manifestato per le strade del capoluogo siciliano, contro il piano rifiuti del governo regionale. Tra i cartelli più in vista «Non vogliamo morire a norma di legge». L'attivista Metis Bombaci, da Lentini: «Chiediamo la bonifica dei luoghi sotto il controllo popolare»
Rifiuti, protesta dei territori arriva a Palazzo d’Orleans «Dove non ci sono i circuiti turistici fanno le discariche»
Centinaia di persone da tutta la Sicilia e decine di comitati territoriali – da Lentini al quadrilatero della morte (Augusta, Priolo, Siracusa, Melilli) – hanno manifestato questo pomeriggio lungo le strade principali di Palermo, dal teatro Massimo fino a Palazzo d’Orleans. Davanti la sede del governo regionale sono stati deposti dei sacchi neri colmi di rifiuti. Una «marcia popolare», come l’hanno definita gli organizzatori, che ha riunito la rete dei comitati in difesa dei territori siciliani che si scaglia da tempo contro discariche e inceneritori, nonché contro il piano rifiuti del governo regionale.
Il presidente uscente Rosario Crocetta è stato oggetto di numerosi attacchi da parte dei manifestanti. Un riferimento pure per Fabrizio Micari, il rettore e candidato del centrosinistra che recentemente ha ribadito la necessità del tanto contestato ponte sullo Stretto. Insieme a loro anche il designato assessore all’Ambiente, in un’eventuale giunta cinquestelle, Giampiero Trizzino e il candidato indipendentista Roberto La Rosa. Tra i cartelli più in vista quello che recitava «non vogliamo morire a norma di legge».
Il corteo è la prosecuzione del percorso nato a Lentini lo scorso 1 maggio, quando il locale comitato contro la discarica di contrada Armicci ha acceso i fari su quelle che Metis Bombaci definisce «politiche scellerate ai danni della salute e dell’ambiente dei cittadini. Malattie da inquinamento ambientale mietono sempre più vittime – continua l’attivista – il numero dei poveri aumenta arrivando a oltre 900mila, sempre più giovani sono costretti a emigrare per sopravvivere e se proprio non vogliono andar via la prospettiva è la disoccupazione, il precariato, lo sfruttamento. Uno scenario – sottolinea – reale apocalittico, a cui ha contribuito per ultimo anche l’attuale governo regionale».
A schierarsi contro «il sistema dell’emergenza, che è poi una questione politica», numerosi comitati provenienti da ogni parte della Sicilia: comitato No Inceneritori-Valle del Mela, Coordinamento per il territorio contro la discarica Armicci, ABC Bonvicino, Antudo, Comitato No Bertolino di Balestrate contro la delocalizzazione della distilleria Bertolino, No Triv-Licata, Stop Veleni di Augusta, Comitato difesa salute e ambiente-Palazzolo Acreide, Rifiuti Zero Lentini, Comitato contro la discarica Motta Sant’Anastasia e Misterbianco.
«Nei piani del governo nazionale e di quello regionale – osserva ancora Bombaci – quei territori che non rientrano nei circuiti turistici o dell’agroalimentare dominato dalla grande distribuzione sono destinati a diventare sede esclusiva di discariche e inceneritori. Occorre costruire politiche di tutela ambientale e sociale dei territori. Per questo presentiamo delle richieste e delle istanze precise: un piano dei rifiuti calibrato sulle reali esigenze dei Comuni, fermare l’avanzata delle discariche private, un’immediata opera di bonifica dei luoghi sotto il controllo popolare e – conclude – puntare sui rifiuti zero e sul riciclo a partire dalla produzione».