Differenziata rallenta, tra roghi a impianti e siti saturi «Episodi che fanno comodo a chi non vuole cambiare»

«C’e davvero in atto una strategia contro la recente crescita della differenziata in Sicilia?». La densa nube nera che domenica sera ha coperto Alcamo ha lo stesso colore e la stessa consistenza di quella che l’1 luglio ha fatto preoccupare gli abitanti di Grammichele, nel Catanese. Due giorni fa un rogo ha distrutto il centro di stoccaggio dei rifiuti differenziati ad Alcamo, a inizio mese le fiamme sono divampate nel sito di Kalatimpianti, uno dei pochi che in Sicilia smaltisce l’umido. Sui due incendi indagano le forze dell’ordine, ma questi fatti, messi in fila insieme a diversi altri episodi recenti, preoccupano l’ingegnere Salvo Cocina, a capo dell’ufficio speciale per la raccolta differenziata che in Sicilia, nell’ultimo anno, è raddoppiata. 

«Sindaci, amministratori, tecnici, Comuni e Regione, associazioni… stiamo dando davvero fastidio mettendo in discussione interessi intoccabili?», si chiede Cocina in un post su Facebook. «Non penso a un complotto – spiega a MeridioNews – ma a un miscuglio di sciatteria, incompetenza e anche qualche interesse. Metto dei fatti in sequenza e constato che questa terra sembra condannata a non cambiare». 

Diversi gli episodi su cui il dirigente della Regione pone l’attenzione, a cominciare dall’ultimo: il rogo al deposito di Vincenzo D’Angelo, imprenditore alcamese, negli anni scorsi indagato e poi prosciolto per traffico illecito di rifiuti. L’impianto di stoccaggio di plastica, carta e legno è fuori uso. E diversi Comuni, come lo stesso Alcamo, sono stati costretti a fermare la raccolta, in attesa di alternative. 

Stessa sorte per una ventina di Comuni dell’ex Ato 2 di Agrigento, a cominciare dal capoluogo, che da oggi troveranno chiuse le porte dell’impianto di compostaggio di Joppolo Giancaxio, di proprietà della Giglione Servizi Ecologici. «I titolari ci hanno informato che l’impianto chiuderà a tempo indeterminato per esigenze aziendali – spiega il sindaco del piccolo Comune di Joppolo Giancaxio, Angelo Giuseppe Portella – stiamo cercando un’alternativa, abbiamo chiesto all’impianto di Marsala e attendiamo risposte. È un problema serio, il rischio è di dover tornare a conferire l’umido nella discarica dei Catanzaro, con un costo di 140 euro a tonnellata, a fronte di poco meno di cento euro dell’impianto di compostaggio». 

Dietro la chiusura della struttura gestita da Giglione si combatte una battaglia tra il privato, che ha chiesto alla Regione le autorizzazioni per l’ampliamento, e gli ambientalisti che nel recente passato hanno presentato esposti e denunce accusando di non trattare il compost secondo la legge. «La puzza è diffusissima – denuncia Claudia Casa, di Legambiente Sicilia – è iniziata dai dintorni del sito e ora è arrivata fino ad Agrigento Nord, nella vicina Aragona e a Raffadali. In estate proliferano insetti di tutti i tipi e dimensioni. Adesso usano le nostre denunce e i controlli che ne sono seguiti come scusa, ma a quanto ci risulta l’impianto è semplicemente saturo». 

Pieno, come quello di Ramacca, di proprietà della Ofelia ambiente, dove conferiscono l’umido gran parte dei Comuni della Sicilia orientale. Che nelle settimane scorse si sono visti chiudere le porte. «Su esplicita richiesta del presidente Crocetta e avendo margini di operatività solo sull’impianto mobile, abbiamo riaperto solo ai Comuni del Catanese fino al 14 agosto», spiega l’amministratore unico Alessandro Monaco. Le altre amministrazioni o sono state dirottate sull’impianto privato di Marsala, gestito da Sicilfert, o sono state costrette a bussare nuovamente in discarica. Perché al momento nell’Isola non ci sono impianti di compostaggio sufficienti.

Da queste notizie, però, secondo Cocina, è scaturita «una campagna di stampa contro la differenziata. Si è scritto che plastica, carta e vetro finiscono tutti insieme e non è vero, intanto si è creata sfiducia tra i cittadini». Per il capo dell’ufficio speciale questo rappresenta un altro elemento del variegato sistema che rema contro il cambiamento. Un puzzle a cui vanno aggiunti altri tasselli: il 30 giugno le fiamme che hanno colpito Patti, hanno distrutto il centro di conferimento e riciclaggio dei rifiuti Pi.Eco; il 6 luglio a Baucina, nel Palermitano, un incendio ha danneggiato l’impianto di smaltimento di pneumatici. Cocina ricorda infine la sentenza con cui il Cga, lo scorso aprile, ha sbloccato l’autorizzazione per l’ampliamento della discarica di Motta Sant’Anastasia. «Sono una serie di cose che hanno rallentato e stanno ostacolando la crescita della differenziata – conclude Cocina – mentre fanno sicuramente comodo a chi vuole mantenere il sistema attuale».


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