Regione, Corte dei Conti dà via libera al bilancio Crocetta: «Adesso sono pronto a ricandidarmi»

È stato sudato, ma il giudizio di parifica della Corte dei Conti alla fine è arrivato. Dopo una camera di consiglio durata oltre tre ore e dopo le pesanti accuse mosse dal procuratore Pino Zingale, la magistratura contabile ha giudicato conforme il rendiconto della Regione per il 2016, rilevando come unica anomalia il fondo per le partecipate, in particolare relativamente ai debiti dell’Azienda siciliana trasporti (Ast). Insomma, i giudici hanno rigettato le richieste di Zingale, secondo il quale invece il consuntivo sarebbe stato irregolare.

Un colpo di scena che per Crocetta segna l’inizio della sua campagna elettorale: «I nostri conti sono a posto – ha dichiarato dopo il giudizio positivo della Corte -. In questi anni abbiamo fatto uno straordinario lavoro di risanamento, portando un bilancio che nel 2016 presentava un disavanzo di meno due miliardi di euro e oltre due miliardi e 700 milioni di euro di debiti non pagati, in una situazione in cui negli ultimi tre anni – continua il presidente della Regione – si è avuto oltre un miliardo di avanzo, dopo aver pagato i fornitori». Insomma, secondo Crocetta, il governo da lui guidato «ha salvato la Sicilia e ne siamo orgogliosi». «Dopo l’ok della Corte – ha sottolineato il governatore – confermo che mi ricandido alla presidenza della Regione. Le primarie? Se ci saranno bene, io comunque sarò in campo».

La parifica è arrivata dopo una giornata che non lasciava sperare niente di buono. Nella sua requisitoria, infatti, Zingale aveva parlato di «almeno due miliardi di coperture che si presentano come altamente dubbie (nella migliore delle ipotesi la Regione si dimostra incapace di riscuotere)». E ancora: «Il possibile, se non probabile sfumare di un così cospicuo budget di entrata, destinato a rimanere un numero sulla carta, senza opportuni interventi correttivi da parte del legislatore, farebbe scivolare la Regione nel default». Già lo scorso 30 giugno Zingale aveva chiesto ai giudici contabili di non approvare il rendiconto generale per il 2016 della Regione a causa di numerose irregolarità non risolte. In quella occasione la Regione aveva presentato le sue controdeduzioni, fino al pronunciamento di questo pomeriggio.

Al centro delle critiche di Zingale c’erano i residui attivi, cioè i crediti che la Regione dice di dover esigere, che ammontano a quasi due miliardi. «L’importo ingente – ha scritto il procuratore generale – fa sorgere serie perplessità sia sull’esigibilità, sia sull’esito della riscossione. Peraltro la Regione nel 2015 ha già effettuato il riaccertamento straordinario dei residui attivi, con una cancellazione di residui attivi di svariati miliardi di euro, di conseguenza – ha specificato Zingale – non dovrebbe esservi un importo così elevato di residui attivi reimputati che segnala come fisiologico ciò che dovrebbe essere patologico. È ragionevole che dopo una tale simile pulizia permanga una simile massa di residui attivi reimputati?».

Zingale ha aggiunto: «Inoltre, quasi 2,6 miliardi di euro di coperture provengono dal fondo anticipazione liquidità che non dovrebbe finanziare il maggiore disavanzo. D’altronde – conclude – l’elevato abnorme numero già segnalato di procedure esecutive nel 2016 è prova della circostanza che la Regione, di fatto, soffre di una cronica crisi di liquidità, ragionevolmente riferibile alla circostanza che una parte consistente dei propri crediti incontra serie difficoltà a trovare realizzazione». 

Ma la parifica alla fine è comunque arrivata. Adesso i tanti del Pd (e della coalizione) che non vogliono una nuova campagna elettorale guidata da Crocetta dovranno fare i conti col primo inquilino di palazzo d’Orleans, che non sembra avere alcuna intenzione di battere ritirata.


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