Messina, il Tar sospende il pagamento di Ecopass Il Comune perde il pedaggio su chi passa lo Stretto

Altra gatta da pelare per il Comune di Messina. Il Tar di Catania ha disposto la sospensione della delibera ecopass che da più di quattro anni porta nelle casse di palazzo Zanca i fondi raccolti dal pagamento del pedaggio di attraversamento dello Stretto da parte di auto e camion

Uno e tre euro la somma da aggiungere ai biglietti dei vettori pubblici e privati. Questi soldi vengono attribuiti al dipartimento Mobilità urbana e viabilità per «migliorare la mobilità urbana», per provvedere «al monitoraggio dell‘inquinamento acustico e alla realizzazione di interventi finalizzati alla sicurezza stradale ed alla mobilità sostenibile, nonché alla riduzione, alla mitigazione del traffico, ed alla salvaguardia ambientale». Ma adesso questo flusso di denaro nelle casse comunali potrebbe interrompersi. 

A proporre e a vincere il ricorso al Tar è stata la coop agricola Baglieri che – dopo l’approvazione della delibera del consiglio comunale del maggio 2013 che introduceva la tassa per auto e mezzi – si è rivolta al tribunale amministrativo. La società come ragione sociale, oltre ad attività legate all’agricoltura, ha il trasporto merci su strada per conto terzi. La piccola azienda ragusana la sostenuto che la delibera avrebbe comportato danni economici ingenti, perché con l’ecopass c’è un aggravio di costi annuali fino a 100mila euro in più. 

Il Tar ha accolto il ricorso contestando però un vizio di forma e quindi sospendendo l’efficacia dell’atto, ma il Comune sta pensando a un ricorso. «La delibera Ecopass – si legge nel comunicato ufficiale del Comune – ha oggi subito un brusco stop a causa della sentenza del Tar di Catania che, pur non entrando nel merito, ha denunciato un vizio di forma procedurale, sospendendone gli effetti». L’assessore alla Mobilità, Gaetano Cacciola, ha subito commentato la notizia: «Sarà necessario un momento di approfondimento con i legali del Comune per valutare come formulare una nuova delibera che sia inattaccabile dal punto di vista formale, condivisa con la cittadinanza, a partire dal consiglio comunale che la rappresenta, e che possa portare alla città un equo compenso del disagio derivante dalla commistione tra il traffico interno e quello di passaggio che comporta problematiche sia in termini di sicurezza che di impatto ambientale». 

Sul ricorso, l’assessore è prudente. «Se ci dovessero essere gli estremi, si valuterà anche questa opzione, ricordando che, pur essendo stata spesso sotto l’occhio del ciclone e tormentone politico e mediatico, la delibera ha permesso a tutti i cittadini messinesi di non essere economicamente gravati dai costi imputabili alla funzione nodale che la città svolge nella rete viaria del Paese».


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