Canicattini, Miceli per diventare la prima sindaca «Le donne nascono amministratrici per natura»

La prima donna nella storia di Canicattini Bagni a concorrere alla carica di primo cittadino. Si chiama Marilena Miceli, ha 37 anni, lavora come analista bancaria e raccoglie il testimone del sindaco uscente Paolo Amenta, dopo otto anni al suo fianco nell’amministrazione del centro del Siracusano. Attuale assessora al Welfare, alla Pubblica istruzione e allo Spettacolo, ha nella sua lista sei volti nuovi e sei riconferme, fra cui anche il sindaco uscente.

Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Ho riflettuto tanto sulla scelta di candidarmi, perché il momento è molto complicato. Alla fine è stato il senso di responsabilità e di appartenenza a un gruppo a non permettermi di fare un passo indietro, perché noi siamo l’amministrazione uscente e, visto che il sindaco non poteva ricandidarsi, era fondamentale che il gruppo scegliesse una figura per garantire la continuità amministrativa nel segno del nostro progetto politico. Se torno indietro a otto fa, a quando ho iniziato, non avrei mai potuto immaginare di rappresentare la possibilità di una guida per la mia città».

Quali sono i punti centrali del suo programma? A che cosa la città non può più rinunciare?
«Per i Comuni garantire l’ordinario è diventata una situazione straordinaria. Quindi è fondamentale che Canicattini sia collegata al più ampio territorio degli Iblei perché le risorse per i singoli Comuni sono sempre più ridotte e si deve fare il possibile per accedere ai fondi europei, lavoro che è già stato portato avanti in questi anni».

Qual è la figura politica o tecnica (nazionale o internazionale) a cui si ispira?
«Anche negli anni in cui ancora non militavo attivamente in politica, ho sempre osservato sia soggetti provenienti dal mondo della destra che della sinistra ma non ho trovato, negli ultimi 20-30 anni, dei buoni esempi da seguire. Dovremmo tornare indietro a Sandro Pertini, che ha realmente fatto la politica con la p maiuscola».

Qual è l’avversario che teme di più?
«Non temo nessuno perché vedo la mia candidatura come servizio alla città. Sono aperta a un confronto con tutti anche all’indomani delle elezioni sia da vincitrice che da perdente».

Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Il pregio sta nel fatto che in ogni azione amministrativa messa in campo l’unico aspetto che abbiamo tenuto in considerazione è stato l’interesse del territorio e di ogni cittadino. Il difetto è stato nel non sapere trasferire a tutta la comunità l’importanza del senso di apertura e di confronto con tutti i rappresentanti politici, il che in alcuni passaggi amministrativi ci ha fatto prestare il fianco a dei tradimenti».

Il suo rapporto politico con il sindaco uscente Paolo Amenta potrebbe essere un’arma a doppio taglio visto che adesso lui è il capofila della sua lista?
«Posso dire di essere stata io a pretendere e ad accettare di buon grado il fatto che Paolo Amenta fosse al mio fianco. Avrebbe potuto decidere di stare dietro le quinte, come stanno facendo altri in questa tornata elettorale e invece continua a metterci la faccia in questo progetto politico all’interno del quale io stessa ho avuto la possibilità di maturare le competenze giusta perché, specie in un momento come questo, non ci si può improvvisare amministratori».

La sua lista è esattamente divisa a metà: sei riconferme e sei novità. Perché questa scelta?
«Sempre perfettamente in linea con la nostra idea di laboratorio politico. I senior riassumono l’impegno con la città lavorando affianco alle nuove leve che vengono integrate per fare in modo che crescano in modo responsabile e che si preparino a essere le classi dirigenti del futuro».

Solo continuità o ci sarà anche qualche novità?
«La continuità sarà relativa alla progettualità e alla strategia di sviluppo che abbiamo individuato per questo territorio. Per quanto riguarda le novità, ovviamente, io non sono Paolo Amenta ma Marilena Miceli. Negli ultimi anni della sua amministrazione, per esempio, il sindaco uscente, per far salire il gradino al nostro progetto politico, si è allontanato spesso dalla nostra comunità e qualcuno ha potuto pensare che avesse meno attenzione per la città, mentre non era così ma proprio il contrario. Se sarò sindaca, metterò nel rapporto con i cittadini la sensibilità di essere donna anche perché, secondo me, la donna per natura nasce amministratrice».

Lei è la prima donna di Canicattini Bagni che si candida a sindaco. È un valore aggiunto?
«La responsabilità da donna o da uomo se la politica la si fa per bene e con i fatti concreti è la stessa. Da donna, però, devo dire che è motivo di orgoglio tentare di rappresentare per la prima volta la comunità. Una donna ha più spiccato il senso di prendersi cura del prossimo, perché è già amministratrice della famiglia. In ogni caso, sindaco o sindaca non fa differenza, io continuerò a farmi chiamare Marilena, perché credo che l’importante sia lasciare il segno».


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