Canicattini, la candidatura dell’avvocato Calabrò «Primo obiettivo: migliorare l’edilizia scolastica»

Danilo Calabrò, 43 anni, da dieci esercita la professione di avvocato a Canicattini Bagni. Impegnato sin da giovane nel volontariato con la protezione civile, si affaccia per la prima volta al contesto politico. Corre per la poltrona di sindaco con una squadra composta quasi interamente da volti nuovi, ma avendo in panchina persone con precedenti esperienze politiche.

Perché ha scelto di candidarsi a sindaco?
«Non mi andava di continuare a lamentarmi, quindi ho scelto di mettermi d’impegno in prima persona per poter dare il mio contributo».

Quali sono i punti centrali del suo programma? A che cosa la città non può più rinunciare?
«Uno dei punti più importanti per noi è l’edilizia scolastica, che è ormai fatiscente. Dobbiamo puntare a individuare delle risorse per una scuola sicura. Altri punti importanti saranno cercare di individuare risorse per sbloccare il piano regolatore, visto che l’edilizia rappresenta un importante volano per l’economia. Poi le politiche sociali, l’attenzione ai giovani e alla musica. Infine, vorremo realizzare dei sistemi di controllo per l’ambiente. Senza promettere opere faraoniche, solo cose realizzabili».

Qual è la figura politica o tecnica (nazionale o internazionale) a cui si ispira?
«Non ne ho una ben precisa, penso ad alcuni statisti del passato che hanno lasciato un’impronta negativa nella coscienza comune, ma che però sono stati importanti da un punto di vista di realizzazione. Io mi voglio vedere non come un politico ma come un cittadino che si vuole avvicinare alla politica per dare il proprio contributo».

Qual è l’avversario che teme di più?
«Io non temo nessun avversario. Sicuramente noi partiamo con lo svantaggio di essere del tutto nuovi in questo contesto delle competizioni elettorali e vediamo più avvantaggiata l’amministrazione uscente. Riconosco a loro una maggiore chance, ma non temo nessun avversario».

Un pregio e un difetto della precedente amministrazione.
«Il pregio è quello di aver avuto a disposizione dieci anni di tempo durante i quali si sono messi d’impegno per realizzare opere pubbliche. Un difetto è stato l’appiattimento del confronto tra le forze politiche, perché l’attuale sindaco uscente è riuscito a spazzare via la minoranza e a fare in modo che tutti fossero con lui».

La sua squadra ha stentato un po’ a formarsi, adesso crede che la composizione sia quella giusta?
«Riconosco che c’è stata una difficoltà nella prima fase di realizzazione della squadra perché abbiamo cercato il massimo confronto. Oggi è una squadra adatta, formata da persone competenti, di tutti volti nuovi, tranne uno che è stato consigliere comunale circa 15 anni fa. La squadra non è solo quella dei titolari che scendono in campo, in panchina abbiamo tanta altra gente che ci supporta e che ha esperienza politica. Il buon senso sarà l’elemento più importante per amministrare la cosa pubblica».

Chi crede in lei e la appoggia, perché non ci ha messo la faccia nella lista?
«Si tratta di un gruppo di amici che ci aiuteranno e ci supporteranno, semplicemente ognuno si ritaglia un ruolo. Ma non escluderemo chi rimarrà in panchina o dietro le quinte».

Qualcuno dei fuoriusciti ha creato una nuova compagine. 
«Io sono bravo a distinguere i rapporti politici con quelli personali. Questa loro scelta non mi ha colpito più di tanto, forse avevano una volontà di realizzare qualcosa per forza. Apprezzo il fatto che ci sia una pluralità il che rappresenta un segno di maggiore democrazia e libertà rispetto al passato». 


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