Sanità, due dottoresse aggredite dai pazienti Tra schiaffi e il tentativo di violenza sessuale

Una ha rischiato di essere colpita da uno schiaffo, l’altra addirittura di essere violentata sul posto di lavoro. Continuano gli episodi di violenza contro medici e sanitari delle strutture siciliane. Gli ultimi due casi si sono registrati a Palazzolo Acreide, nel Siracusano, e a Graniti, in provincia di Messina.

«Non mi ha preso per poco, ho sentito la sua mano sfiorare il mio naso». A raccontare i minuti di tensione vissuti all’interno dell’ambulatorio del presidio territoriale di Palazzolo Acreide è Rossella Strano, 33enne diabetologa di Aci Catena. I fatti sono accaduti in tarda mattinata e hanno visto protagonista una donna di circa 70 anni, che è andata in escandescenza perché convinta di avere subito un torto. «Ma così non è stato, anzi mi ero dichiarata disponibile a venirle incontro, nonostante la signora non avrebbe dovuto fare riferimento al Pta di Palazzolo poiché residente a Ferla», spiega la dottoressa. La 70enne aveva chiesto di essere ricevuta per rinnovare un piano terapeutico. «In diabetologia ci sono tanti farmaci che devono essere prescritti dallo specialista – continua -. Alla signora ho detto che, per non farla rimanere a corto dei farmaci, glielo avrei fatto io, l’importante era che avesse tutti i documenti con sé, cioè la ricetta, gli esami, la prescrizione del medico perché non conoscendola ho bisogno di sapere che il farmaco era adatto a lei». 

L’anziana, però, si è presentata senza nulla di valido in mano e con esami che risalivano a un anno fa. «A quelle condizioni non potevo aiutarla, ho provato a spiegarglielo ma è andata su tutte le furie, urlando e poi, prima di andare, ha provato a colpirmi con uno schiaffo». Ad assistere alla scena è stato il figlio della paziente, che però non è intervenuto. «Forse si è sentito in imbarazzo», commenta la dottoressa, specificando che i medicinali richiesti non sono farmaci salvavita e dunque la donna avrebbe potuto attendere qualche giorno e rivolgersi al Pta del proprio territorio.

Nonostante tutto, Strano ha deciso di non sporgere denuncia. «Faccio la supplente in varie Aziende sanitarie provinciali e già nel pomeriggio dovevo prendere turno in provincia di Catania, non c’era tempo e comunque – aggiunge – sono episodi che accadono purtroppo così di frequente che se ogni volta si facesse denuncia non avremmo tempo per lavorare». In questa storia, che si va aggiungere alle tante raccontate in questi mesi dai giornali siciliani, chi ha invocato l’intervento delle forze dell’ordine però c’è. È stata l’anziana. «È andata via minacciandomi di chiamare i carabinieri – conclude la dottoressa -. La signora era convinta di avere subito un torto, mentre in realtà mi sono attenuta semplicemente alle regole».

Ad avere rischiato ancora di più, invece, è stata una dottoressa di turno all’ex guardia medica di Graniti. La donna, domenica sera, avrebbe subito un tentativo di stupro durante il turno di lavoro, ma è riuscita a liberarsi e a chiamare i carabinieri. I militari, giunti sul posto pochi minuti dopo, hanno fermato il presunto aggressore. A commentare l’episodio è il sindacato Snami. «È accaduto quello che avevano previsto – dichiara il responsabile nazionale Giancarmelo La Manna -. I riflettori si sono spenti, le dichiarazioni dei politici di turno sono state archiviate e noi medici del territorio siamo stati lasciati dalle istituzioni ancora una volta soli a svolgere anche di notte in sedi insicure una professione molto delicata, usurante e pericolosa».


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