Rifiuti, l’opposizione all’inceneritore ad Augusta «Prevista la combustione di 30mila tonnellate»

Nessun inceneritore dovrà essere costruito ad Augusta. Il monito arriva dall’assessore all’Ambiente, Danilo Pulvirenti, che con una lunga nota annuncia la modifica introdotta al piano d’ambito provinciale della Srr, la società di regolamentazione del servizio di gestione dei rifiuti. Tra gli obiettivi inseriti nel documento di oltre 600 pagine – approvato venerdì scorso e precedentemente inviato ai Comuni siracusani – c’era anche «il recupero energetico di 30mila tonnellate di rifiuti all’anno» attraverso la loro combustione nel cementificio gestito dalla società Buzzi Unicem. Un progetto che però ha visto l’opposizione della Srr, presieduta dal sindaco di Ferla Michelangelo Giansiracusa, e che ha portato i tecnici a rivederlo nei contenuti.

«Abbiamo subito chiesto che si togliesse nel piano ogni riferimento all’incenerimento e che comunque la localizzazione del potenziale impianto non venga definito in questa fase», dichiara Pulvirenti. Che prosegue sottolineando come il piano d’ambito avesse altri punti deboli. «Abbiamo segnalato che le tabelle degli obiettivi di raccolta differenziata risultavano incongruenti in quanto, se da una parte con i dati di letteratura si arriva ad un potenziale pari all’84 per cento, dall’altra si poneva un obiettivo unico al 65 per cento con un 35 per cento da destinare a recupero energetico e discarica».

Tali limiti, secondo la Srr, sarebbero eccessivamente stringenti. «È necessario modificare l’obiettivo di differenziata regionale facendolo diventare non più perentorio ma progressivo, verso percentuali sempre più ambiziose – prosegue Pulvirenti -. Il piano in questione è del 2012 e sia le normative che gli stessi Comuni stanno avviando progetti ambiziosi». E ciò nella considerazione che «sottrarre preziosa plastica o carta alla raccolta differenziata creerebbe anche un potenziale danno erariale». Il riferimento di Pulvirenti va ai «contributi Conai che possono contribuire ad abbassare la Tari per i cittadini», mentre inviando all’inceneritore i rifiuti «i Comuni sarebbero comunque costretti a pagare per il servizio così come si paga per la discarica».


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