Roberto Lagalla lancia la corsa verso le Regionali «Preoccupato per chi non torna, non per chi emigra»

Parla di «concreta possibilità di candidatura», ma solo se «i siciliani lo riterranno possibile». Parla di «recuperare il senso di vicinanza alla gente, contro le ineguaglianze, per il rilancio produttivo e innovativo della Sicilia». Parla di futuro, di sviluppo e di un modello politico che superi quello dell’uomo solo al comando. Roberto Lagalla, già rettore dell’università di Palermo e assessore alla Sanità nel governo Cuffaro, lancia la sua IdeaSicilia, «ma non chiamatelo partito o movimento – sottolinea – IdeaSicilia vuole essere un generatore di idee per costruire un nuovo modello di sviluppo nell’Isola».

Per farlo Lagalla ha chiamato a raccolta curiosi e simpatizzanti alle Terrazze di Mondello, dove in una sala gremita si sono alternati gli interventi di imprenditori, giovani ed esponenti del mondo accademico siciliano. Da Andrea Morettino, export manager di Caffè Morettino, a Susanna Dalìa, fondatrice dell’associazione Angeli della Notte, passando per Toti Di Dio, direttore del laboratorio di innovazione sociale e urbana PUSH, Germano Bondì, co-fondatore di Oxygen, Antonio Calabrò, Senior Advisor Culture Pirelli & C., fino al giornalista Carlo Ottaviano, il docente universitario Maurizio Carta, il giornalista Mario Azzolini.

Lagalla lancia il suo incubatore di idee, ma ammette di aspettare «segnali da una buona politica per avviare nuovi progetti». La politica, dal canto suo, guarda con curiosità all’operazione Lagalla, ma non si sbilancia, anche se – secondo i più maliziosi – il suo nome non dispiacerebbe all’ex governatore Cuffaro, né al sottosegretario Giuseppe Castiglione.

Dai disabili all’agricoltura, dai fondi europei alle politiche giovanili, il mood durante l’intera presentazione di IdeaSicilia resta sempre quello della fine dell’era dell’uomo solo al comando. «Chi si lamenta ha torto – dice Lagalla alla sua affollata platea – chi si impegna cercando di cambiare il futuro probabilmente ha qualche ragione in più». La ricetta di Lagalla è chiara: servono professionalità e interconnessioni, perché «problemi complessi non possono essere affrontati superficialmente. Perché delle buone politiche agricole producono benefici anche per l’ambiente, perché sport e salute devono essere legati tra loro, perché non si può parlare di turismo senza infrastrutture».

«Non è più il tempo dei grandi programmi, delle grandi opere promesse e mai realizzate – sintetizza il giornalista Carlo Ottaviano, nell’ultimo intervento che precede le conclusioni di Lagalla – è il momento di tornare all’agenda politica, all’impegno quotidiano, alle scadenze da rispettare. È il momento di sognare con i piedi per terra».

«I dati – ha sottolineato Lagalla nel suo intervento conclusivo – dimostrano come un’azienda con un’alta percentuale di precari ottenga prestazioni peggiori in termini di innovazione. Io non penso che sia sbagliato che i giovani vadano via dalla Sicilia, che cerchino altro, che vogliano viaggiare e fare esperienza fuori. Io sono preoccupato per chi non ritiene che tornare in Sicilia sia possibile. Secondo un’indagine dell’istituto Demopolis, soltanto un siciliano su quattro ritiene di stare bene in Sicilia, soltanto il 25 per cento valuta soddisfacente il servizio di trasporto pubblico, mentre appena il 4 per cento ritiene che i servizi sanitari siano migliorati negli ultimi tre anni. Bisogna tornare a prendersi cura dei problemi della gente, senza dimenticarsene il lunedì successivo alle elezioni». Lagalla chiude la sua kermesse citando Marcel Proust e il suo viaggio, che consiste nell’avere nuovi occhi, augurando «buona vista e buona Sicilia». Il prossimo appuntamento? «A breve – promette l’ex rettore – ma certamente in uno spazio più grande».


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