Rifiuti, inchiesta Piramidi scuote la politica siciliana M5s: «Dov’era Crocetta quando si svelava il sistema?»

Lo spettro sembrerebbe quello di un nuovo assalto alla diligenza. Nell’ultimo scorcio della legislatura, alla vigilia della campagna elettorale e in un momento in cui il settore dei rifiuti in Sicilia ha subito un pesantissimo attacco da parte della magistratura, tra i corridoi di palazzo dei Normanni c’è chi si dice preoccupato per il nuovo corso del sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia. Un sistema che negli ultimi anni è andato avanti in regime d’emergenza, spesso bypassando le regole che l’ordinaria amministrazione impone e che adesso deve fare i conti non soltanto con quei lavoratori degli ex Ato che aspettano ancora di essere assunti nelle nuove Srr, ma anche con quei lavorati che dopo aver lavorato in questi anni in regime d’emergenza, sperano adesso che possa aprirsi un varco anche per loro.

Lo spettro di nuove assunzioni era stato prospettato da Crocetta già a inizio febbraio, quando lamentava l’immobilismo delle Srr per cui parlava di imminenti commissariamenti. Ma i commissari sono stati nominati soltanto qualche giorno fa, proprio mentre la commissione Ambiente all’Ars approvava finalmente il ddl che istituisce la nuova governance del sistema rifiuti in Sicilia. «Purtroppo in questi anni – ammette Mariella Maggio, presidente della quarta commissione – non si è riusciti ad applicare legge 9 (la norma regionale ancora in vigore sul sistema dei rifiuti, nda), per questo adesso la nuova legge dovrà tutelare i lavoratori degli ex Ato. Ma il piano rifiuti non è ancora arrivato in commissione e sarebbe ora che il governo premesse sull’acceleratore».

Sullo sfondo, l’inchiesta Piramidi, condotta da carabinieri e finanza di Catania, che ha fatto luce sul sistema che avrebbe permesso alla famiglia Paratore di fare profitti ai danni dell’ambiente col favore, secondo la procura, di funzionari regionali e comunali.

Ieri mattina una giunta regionale, convocata in fretta e furia da Crocetta, proprio per discutere dello tsunami che si è abbattuti sul sistema rifiuti in Sicilia. Un’operazione, quella della Dda di Catania, che secondo l’assessore all’Energia, Vania Contrafatto, «dimostra ancora una volta quanto questo settore sia oggetto di interessi criminali di ogni genere». «Il governo – ha sottolineato Contrafatto – si è sempre impegnato a segnalare tutti i comportamenti ritenuti non in linea con il buon andamento della pubblica amministrazione e ha attuato, al contempo, diverse rotazioni negli uffici allo scopo di scardinare un sistema cristallizzato che rischia di affidare poteri decisionali sempre alle medesime figure. Interverremo duramente nei confronti di funzionari della Pubblica Amministrazione che dovessero risultare coinvolti, mantenendo altissima la guardia e contrastando infiltrazioni e comportamenti lesivi del pubblico interesse».

E se il dimissionario presidente della Commissione Antimafia, Nello Musumeci, assicura che dall’organismo parlamentare «chiederemo di rivedere tutte le autorizzazioni che portano la firma dei funzionari coinvolti nelle vicende giudiziarie», ammettendo che «non credo si possa dire che il governo su questo fronte ha raggiunto risultati degni di questo nome», ad attaccare sono anche i deputati Cinque Stelle. «Crocetta dopo l’ennesima operazione che svergogna i suoi dirigenti – è il j’accuse di Giampiero Trizzino, già presidente della Commissione Ambiente – anziché fingere di strapparsi le vesti e annunciare licenziamenti, dovrebbe licenziare sé stesso. Le avvisaglie che qualcosa non andava c’erano tutte. Nel 2013 infatti, l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente, nella persona dell’architetto Gianfranco Cannova, decretava un vergognoso giudizio positivo di compatibilità ambientale per una discarica di rifiuti speciali non pericolosi in in contrada Armicci ad appena 750 metri dal lago di Lentini e a pochi metri da terreni agrumicoli. Cannova venne arrestato poco dopo a luglio 2014 con l’accusa di avere intascato tangenti a fronte di favori resi a diversi imprenditori del settore delle discariche in Sicilia. Dove era Crocetta – conclude Trizzino – quando gli inquirenti svelavano tale sistema?».


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