I carabinieri di Sciacca hanno arrestato una banda, colta in flagranza di reato nell'area archeologica del monte Adranone. Tutti provenienti dal Comune della provincia di Catania, avrebbero provato a piazzare i reperti nel fiorente mercato estero
Da Paternò a Sambuca, tombaroli in azione In sei fermati con pale e picconi nelle mani
Scavi indiscriminati, saccheggi e danneggiamento nell’area archeologica del monte Adranone, nel Comune di Sambuca di Sicilia. I carabinieri hanno colto in flagranza di reato, pale e picconi nelle mani, sei persone, tutte partite da Paternò per fare razzia di reperti del III-IV secolo a.C. Il gruppetto è stato identificato, portato al comando compagnia di Sciacca e arrestato, in attesa che l’autorità giudiziaria decida sulla convalida.
Sono state molte, nell’ultimo periodo, le segnalazioni ai militar in merito a furti nel sito archeologico, ricco di reperti – monili, vasi, monete – risalenti al IV secolo a.C. Così i carabinieri per diverse notti hanno svolto servizi di appostamento, riuscendo a individuare la banda nella notte tra giovedì e venerdì. I sei sono arrivati armati di pale, picconi, torce e altri utensili. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si sarebbero mossi con grande facilità e sicurezza, come se conoscessero bene il posto, ma non hanno fatto in tempo a iniziare il lavoro perché sono stati fermati.
Tre di loro hanno precedenti per reati contro il patrimonio, due in modo specifico per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato. I sei fermati sono Salvatore Di Stefano, 55 anni; V.L.; Vincenzo Antonino Sinatra, 43 anni; S. A., 40 anni; V. S., 43 anni; stessa età di Filippo Germanà. Secondo i carabinieri, i reperti rubati dal sito archeologico di monte Adranone, così come da altri siciliani, trovano un mercato fiorente all’estero.