Turismo, le spese pro capite dei Comuni siciliani  In testa Salina, Caltanissetta solo due centesimi

«La Sicilia potrebbe vivere di turismo». Una delle frasi più usate quando si parla di trovare soluzioni alla disoccupazione o misure per rilanciare l’economia dell’Isola. A sostegno della tesi basta ricordare il mare, il sole, l’Etna e il binomio cucina-cultura. Prerogative di cui gode la Sicilia e che sembrano essere sottovalutate – o quantomeno non sfruttate a dovere – da chi invece ha in mano le sorti della regione: la politica.

A guardare gli investimenti dei singoli Comuni è stato l’associazione Openpolis, specializzata nell’analisi dei cosiddetti open data, ovvero quelle informazioni riguardanti le pubbliche amministrazioni che per legge devono essere rese pubbliche. Dall’esame ne è venuta fuori una classifica che, tuttavia, va letta con la consapevolezza che le voci inserite nel bilancio non sempre restituiscono una fotografia capace di comprendere le specificità di ogni realtà. Specialmente quando si parla di enti locali, ovvero quelle amministrazioni che da anni denunciano le difficoltà di pianificazione dell’attività politica, per via dei tagli nei trasferimenti da parte di Stato e Regioni. Con settori come il turismo a risentirne inevitabilmente di più.

Ciò non toglie che scorrere la classifica, che fa riferimento al 2014, possa comunque suggerire spunti di riflessione. Si scopre per esempio che il Comune siciliano a spendere di più è Santa Marina Salina, nelle Eolie, con 309,64 euro pro capite. Un dato – comprensibile alla luce dell’appetibilità della piccola isola in termini di attrazioni naturali – decisamente più importante rispetto agli altri centri che seguono in graduatoria. Anche se cifre ragguardevoli riguardano pure Floresta, nel Messinese, che con 169,67 euro si piazza seconda, e Sclafani Bagni, Comune palermitano terzo in classifica con 145,28 euro per abitante. Completano il quintetto di testa Burgio (111,22 euro), nell’Agrigentino, e Favignana (104,16 euro), la principale isola dell’arcipelago delle Egadi. 

Dalla parte opposta della classifica, invece, decine di Comuni che sembrerebbero essersi totalmente dimenticati del turismo con inequivocabile zero in bilancio. Tra di essi Bivona, il centro in provincia di Agrigento guidato dal sindaco – e deputato regionale – Giovanni Panepinto, che invita a prendere con le molle i dati Openpolis. «Guardare soltanto ai bilanci lascia il tempo che trova – dichiara il primo cittadino a MeridioNews -. Noi, per esempio, come Comune capofila del distretto turistico Monti Sicanti e Valle del Platani abbiamo speso 240mila di fondi europei per promuovere i centri aderenti al distretto, con info-point e materiale promozionale». 

Prendendo in considerazione i Comuni con popolazione superiore ai 50mila abitanti, a guidare la classifica è Acireale, nel Catanese. Qui l’amministrazione comunale nel 2014 ha stanziato 22,28 euro pro capite per le attività turistiche. «Credo sia un dato influenzato dall’investimento che ogni anno facciamo nel carnevale, a cui riserviamo una somma che si aggira intorno al milione di euro – commenta l’attuale assessore al Turismo, Antonio Coniglio -. Ma va detto anche che con la nostra amministrazione abbiamo cercato di creare un evento al mese». Al secondo posto si trova Ragusa (6,19 euro) e Misterbianco (6,03), in provincia di Catania. In fondo, invece, si trovano Caltanissetta, con appena due centesimi ad abitante, Gela (78 centesimi) e Siracusa, con appena un euro e otto centesimi pro capite. Dati non esaltanti anche per gli altri capoluoghi di provincia: guida il gruppetto Agrigento con 4,95 euro, seguito da Trapani (4,43), mentre Palermo e Catania si fermano rispettivamente a 1,73 e 1,72 euro.

Per inquadra la condizione del turismo in Sicilia, un altro dato interessante è stato quello diffuso ieri dal report de Il Sole 24 ore, sulla qualità della vita in Italia. Tra gli indici presi in considerazione dal quotidiano economico, anche quello riguardante la spesa dei turisti stranieri. A stare messa meglio è la provincia di Messina, 18esima a livello nazionale con 437 milioni di euro. Seguita da quelle di Catania (21esima, con 385 milioni) e Palermo (22esima, con 377 milioni).  


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