L’ultimo saluto a Maiorca, ceneri sparse alla Maddalena Il prete: «Ora istituire la riserva e intitolarla a suo nome»

«Enzo, prua al mare». Una frase che Enzo Maiorca amava ripetere per indicare che non bisogna mollare mai. E che oggi campeggia su uno striscione che gli ambientalisti di Sos Siracusa hanno portato fin dentro la cattedrale di Ortigia, stracolma per rendere omaggio al campione di apnea, morto due giorni fa all’età di 85 anni. C’era Siracusa a salutarlo, ma non solo. Sportivi provenienti da tutta Italia, compreso Umberto Pellizzari, recordman italiano dell’apnea; forze armate, amici di famiglia e compagni di tante battaglie in difesa dell’ambiente e del mare.

Un impegno che ha visto Maiorca in prima fila e che è stato sottolineato anche da padre Rosario Lo Bello durante l’omelia. «Il modo migliore per ricordarlo – ha detto il sacerdote – è istituire la riserva terreste Capo Murro di Porco e penisola della Maddalena e intitolarla a suo nome». Un’affermazione che è stata interrotta dagli applausi. Alla fine è stata recitata la preghiera del marinaio e sono stati in tanti a prendere la parola, tra cui la figlia Patrizia che ha raccontato un aneddoto: «Una volta abbiamo fatto una lunga passeggiata e non avevamo acqua, lui ci invitò a essere spartani, a resistere sempre, anche quando le cose non vanno bene». 

In prima fila i suoi cinque nipoti, vestiti con sgargianti camicie hawaiane, perché così aveva detto Enzo Maiorca: «Al mio funerale venite con vestiti colorati». Il più grande dei nipoti, Antonio, indossava una camicia che apparteneva proprio al nonno. Il feretro è stato portato a spalla sulla piazza Duomo, dalla cattedrale alla chiesa di Santa Lucia alla Badia. 

Non verrà sepolto, il corpo verrà cremato e le ceneri sparse dal Faro Murru di Porco, alla Maddalena, in una giornata di primavera con vento di ponente. «Anche questo lo aveva deciso lui – racconta Fabio Guarnaccia, di Sos Siracusa – il vento di ponente soffia verso la Grecia e lui, amante della mitologia, sentiva forte l’appartenenza al mondo classico». Un ritorno al mare che lo ha reso un mito. 


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C'era tutta Siracusa, ma anche sportivi da tante zone d'Italia, compreso Umberto Pellizzari, a rendere omaggio al mito dell'apnea. Il corpo verrà cremato e le ceneri lasciate andare in una giornata di primavera con vento di ponente. «Soffia verso la Grecia e lui si sentiva appartenente al mondo classico. Così aveva deciso»

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