Enzo Maiorca, ricordo di un mito sempre disponibile Le battaglie ambientaliste e l’amore per la Pillirina

«Enzo Maiorca era, anzi, è conosciuto in tutto il mondo come sportivo, campione di immersioni in apnea, straordinario recordman. A me resterà il ricordo di un uomo inconsueto, di altri tempi, quasi da sceneggiato. Quando lo si vedeva passeggiare per le vie di Ortigia, sempre a piedi, suscitava ammirazione. Passo solenne, sguardo fiero e signorile ma allo stesso tempo popolare e alla mano. Avevi il mito davanti ma ci potevi parlare e lui era sempre gentile e disponibile». È di Aldo Castello, esponente dell’associazionismo siracusano, questo ricordo dello storico apneista aretuseo morto questa notte.

«Possedeva una macchina, una Renault 4 rossa – ricorda ancora Aldo – ma credo la usasse solo per trasportare roba pesante o per le lunghe distanze. Finita la carriera, ricordo che qualcuno pensò di usarne la popolarità per farne un politico, fu eletto senatore ma fu una breve esperienza perché il suo ruolo era tra la gente».

Negli ultimi anni, Maiorca aveva deciso di appoggiare le battaglie ambientaliste e a tutela del territorio del Cartello di Associazioni Sos Siracusa, divenendone il simbolo e la bandiera. «Alle manifestazioni, i suoi interventi erano sempre entusiasmanti. Calava il silenzio quando ascoltavi i suoi racconti: quella sulla sua leggenda sulla Pillirina, o quello di quando, di fronte al pulsare del cuore di una cernia, decise di non esercitare più la pesca subacquea, o quelli dei suoi mille ricordi del mare di Siracusa. Ma – aggiunge Aldo –, anche quando parlava di cose normali, aveva una straordinaria capacità narrativa, lirica. La sua voce ti attirava, forse perché aveva il tono di un uomo non comune, di chi sa le cose. E mentre parlava guardava oltre, come se fissasse un orizzonte che vedeva solo lui, che ci invitava a cercare e a raggiungere. È questo adesso – conclude – che sento come un’eredità».

La traccia di Maiorca c’è anche nel manifesto di fondazione di Sos Siracusa. «Gravissimo pericolo – scriveva – corre in questo momento Siracusa, pulcherrima città secondo l’illustre Cicerone che, nonostante le tante violenze subite a causa delle industrie e dell’abusivismo, continua a essere ricca di bellezza e di fascino. È il momento di agire, di farlo tutti e di farlo subito».

«All’inizio lo vedevamo come un mito, poi è diventato uno di famiglia, quasi un nonno, ed è stato grazie a lui che ci siamo aggregati – raccontano da Sos Siracusa –. Adesso che ci ha lasciati, cammineremo sulle nostre gambe avendo sulle spalle la responsabilità di portare avanti la sua eredità morale che, però, non è solo nostra ma di tutta la città».

Tutta la città, infatti, è scossa per la perdita del signore degli abissi, ma «per poter rendere un degno e giusto omaggio a Enzo Maiorca – dichiara Fabio Guarnaccia di Sos Siracusa – l’unico modo che ha Siracusa è quello di istituire la riserva di Capo Murro di Porco e di Isola Maddalena per cui lui ha combattuto tutta la vita, e intitolarla a suo nome».

L’amore per lo sport e per il mare hanno segnato tutta la vita di Enzo Maiorca. «Per noi è stato un faro nel rispetto del nostro territorio, lo chiamavamo il “poeta del mare” – spiega Carlo Gradenigo, fondatore di Sos Siracusa –. Aveva un animo e un corpo sempre giovani, tanto che ancora a 80 anni ogni mattina indossava le scarpe da ginnastica e la tuta e andava alla Pillirina a correre».

Una vita per il mare, prima da sportivo e poi da ambientalista. «Quando stamattina ho appreso la notizia – racconta Simone Fabac di Siciliapnea – avevo già pianificato di fare una immersione al Plemmirio, una zona dell’area marina protetta di Siracusa, all’interno del corso di apnea che stiamo facendo. Nonostante il magone e la nostalgia, abbiamo deciso di farla comunque e di dedicarla a Enzo che, per noi che condividiamo il suo stesso amore, sarà sempre un modello a cui ispirarci. Ha fatto la storia dell’apnea – ricorda – è stato un pioniere, il primo uomo a superare i 50 metri di profondità con delle pinne in plastica, senza avere a disposizione attrezzature all’avanguardia come quelle di cui disponiamo oggi, e sfidando la scienza medica dell’epoca che diceva che oltre i 50 metri l’uomo sarebbe morto. Per noi apneisti siracusani, che ascoltavamo i suoi racconti ricchi di aneddoti, metafore e aforismi tanto da sembrare delle poesie, è un vanto anche solo poterci ispirare a lui o andare a immergerci nei posti in cui lui ha fatto i suoi primi record. Era emozionante – conclude Simone – e, adesso, credo lo sarà ancora di più».


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