Ricoverato da mercoledì sera nell'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta, Giuseppe Antonio Bonanno è morto ieri sera. A indagare sull'episodio sono i carabinieri, che mantengono il massimo riserbo sulle piste seguite. Anche se la più battuta pare essere quella legata alla vita professionale della vittima
Pietraperzia, morto l’avvocato ferito nell’agguato Gli avevano sparato vicino villetta della suocera
Non ce l’ha fatta Giuseppe Antonio Bonanno, l’avvocato ferito mercoledì sera da tre colpi di pistola sparati a Pietraperzia, in provincia di Enna, davanti l’abitazione della suocera. Il legale, 53 anni originario di Barrafranca, è morto ieri sera nell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, dove era stato ricoverato dopo l’agguato. I medici lo avevano operato, ma le sue condizioni erano parse grave sin da subito.
Al momento della sparatoria, Bonanno si trovava in compagnia della moglie. I due si accingevano a rientrare in casa della suocera quando i sicari, che stando ai racconti della donna sarebbero arrivati a bordo di un’auto di piccola cilindrata, hanno esploso i colpi che hanno raggiunto l’avvocato da poco sceso dalla propria Bmw.
Sulla vicenda indagano i carabinieri della Compagnia di Piazza Armerina, che tuttavia mantengono il massimo riserbo sulle piste seguite. Apparentemente escluso un legame con i recenti episodi di criminalità – diverse intimidazioni a forze dell’ordine e personaggi delle istituzioni – avvenuti a Pietraperzia, gli investigatori starebbero cercando nella vita professionale della vittima. Avvocato civilista, Bonanno di recente pare avesse comprato diversi terreni in aste giudiziarie, con l’obiettivo di ampliare l’azienda agricola della moglie, specializzata nella produzione di mandorle. Silenzio e dolore anche nella famiglia della vittima. «I carabinieri non ci hanno ancora fatto sapere nulla», si limita a dire la moglie. Ancora da decidere il giorno in cui verranno effettuati i funerali.
Dopo il ferimento gli avvocati ennesi si erano astenuti dalle udienze, costituendo un presidio permanente «per discutere sull’adozione di eventuali successive iniziative, in conseguenza anche degli sviluppi della vicenda».