Solarino, Comune reintroduce la tessera del pane L’opposizione: «Per i poveri? Favore a un panificio»

Riservata alle famiglie più indigenti, permetterà loro di acquistare il pane a prezzi convenzionati, più bassi rispetto a quelli di mercato. È la tessera del pane, di fascistiana memoria, istituita nel comune di Solarino, in provincia di Siracusa. «Ci tengo a precisare – sottolinea il sindaco Sebastiano Scorpo, a Meridionews – che non è una iniziativa del Comune ma è nata da una idea di un cittadino che, già da quasi un anno, vendeva il pane agli indigenti a un prezzo ridotto. Questo panificatore, dal momento che molte persone si presentavano nella sua attività chiedendo questo sconto, si è rivolto a noi per chiedere la lista delle persone che assistiamo come ufficio Servizi sociali e alle quali abbiamo fornito una tessera per ritirare il pane. Perché abbiano voluto chiamarla tessera del pane sinceramente non lo so».

Più di cento, nominative e con il logo del Comune di Solarino, le tessere hanno suscitato non poche polemiche all’interno del consiglio comunale. I due consiglieri dell’opposizione, Michele Gianni e Pippo Carpinteri, hanno infatti sollevato la questione perché l’iniziativa, coinvolgendo un solo panificio del paese, avrebbe favorito un solo esercente che avrebbe così acquisito circa duecento nuovi clienti.

«Un giorno è venuto da me un panificatore – racconta Carpinteri – per lamentarsi del fatto che il Comune aveva fornito delle tessere alle persone indigenti per comprare il pane, ma che queste erano valide in una sola attività del Comune e che, per questo motivo, si era ritrovato con introiti nettamente inferiori. Infatti, in un paese di settemila abitanti – lamenta Carpinteri – se 200 persone vanno tutte improvvisamente dallo stesso panettiere, i guadagni degli altri cambiano significativamente».

Raccolta la preoccupazione del commerciante, Carpinteri ha chiesto delucidazioni al riguardo durante un consiglio comunale. «Mi sono sentito dare del bugiardo – attacca il consigliere – perché affermavo che non c’era mai stata nessuna convocazione di tutti i panificatori per dar loro la possibilità di scegliere se aderire o meno a questo progetto. Eppure le tre ipotetiche riunioni di cui parla l’amministrazione, io non le ho mai viste protocollate. Dietro mia insistenza poi, sono stati convocati tutti i fornai e l’iniziativa si è allargata ad altre due attività che hanno espresso la volontà di partecipare».

«Non si deve vedere l’azione soltanto nelle sua dimensione meritoria di aiutare le persone che vivono in condizioni di povertà – commenta Gianni –, ma bisogna tener presente che il Comune ha fatto al panettiere una grossa cortesia, e dico così per non dire altro. Si tratta – conclude – di vera e propria concorrenza sleale».


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