A immortalare l'animale sono state le foto-trappole delle grotte dell'Area marina protetta. Il monitoraggio della specie è iniziato nel 2011, grazie a un progetto che prevede la partecipazione dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Rigide le prescrizioni per chiunque le trovi. Guarda la foto
Isole Egadi, nuovo avvistamento di foca monaca Solo 450 esemplari, più rara di tigre del Bengala
È più rara della tigre del Bengala, ma ogni tanto fa capolino tra le isole Egadi. Si tratta della foca monaca, animale rarissimo che non conta più di 450 esemplari adulti tra Mediterraneo e oceano Atlantico. L’avvistamento risale allo scorso inverno ed è testimoniata dalle immagini riprese dalle foto-trappole, posizionate nell’arcipelago a partire dal 2011, nell’ambito di un progetto tra l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e l’Area marina protetta, che ha riguardato il monitoraggio delle numerose grotte marine presenti lungo le coste.
I primi avvistamenti risalgono alla fine del 2011 e alla primavera 2012, quando a essere immortalato fu un esemplare di taglia subadulta-adulta. Riuscire a tracciare il passaggio delle foche monache ha un valore doppio, se si considerano le abitudini di vita piuttosto particolari della specie. In tal senso, assumono grande importanza le segnalazioni provenienti dai cittadini, che possono raccontare le proprie esperienze sulla pagina Facebook Focamonaca Ispra.
Al contempo, però, la particolare sensibilità di questi animali richiedono un’attenzione particolare da parte delle persone. L’Ispra a riguardo, oltre a ricordare che si tratta di una specie protetta, raccomanda in caso di avvistamento in mare di «spegnere subito i motori dell’imbarcazione, mantenere il silenzio, e aspettare che l’animale continui il proprio percorso. Le foche incuriosite – spiegano gli esperti – possono avvicinarsi ai natanti, ai subacquei ed alle imbarcazioni, ma in nessun caso devono essere disturbate, molestate e inseguite sia in acqua sia a terra».
Qualora, invece, non fosse possibile spegnere i motori, l’indicazione è di «limitare la propria navigazione passando lentamente e sempre posteriormente all’esemplare osservato al fine di non costringerlo o spaventarlo. Le foche monache – si legge nella nota – utilizzano le grotte marine per riposare e per l’attività riproduttiva. In caso di avvistamento di una foca monaca durante una nuotata o un’immersione, allontanarsi lentamente per non disturbare l’animale».