Pesca, fermo biologico unico nei mari siciliani Esperta: «Compromesso di natura economica»

«Il fermo biologico unico è un compromesso di natura economica». Ne è convinta Nadia Repetto, biologa marina genovese, esperta nel settore ittico che spiega le ragioni scientifiche alla base del provvedimento dell’assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca, Antonello Cracolici, secondo cui la pesca multispecifica nei mari siciliani andrà in ferie dal 15 settembre al 14 ottobre, per consentire il ripopolamento dei mari.

«Si tratta necessariamente di un compromesso – sottolinea ancora la biologa – che viene stabilito sulla base delle specie più importanti. È un argomento sul quale il dibattito è sempre acceso, anche tra noi biologi. Nei mari del Nord, ad esempio, si pesca solo il merluzzo ed è tutto più semplice: si conosce il periodo della riproduzione di una singola specie e ci si ferma in quel lasso di tempo. È chiaro che nel Mediterraneo abbiamo un tipo di pesca multispecifica, quindi è tutto molto più complicato. Il fatto, ad esempio, che il fermo non riguardi la pesca al gambero, non è un caso: è quel compromesso economico a cui accennavo prima».

I periodi più indicati per il fermo biologico sono la primavera e l’autunno: la prima perché coincide, in linea di massima, col periodo di riproduzione delle femmine, il secondo perché è il momento in cui si tutelano le «nursery», quando cioè i piccoli pesci appena nati hanno bisogno di tempo per crescere e ripopolare i mari. «Su questo non c’è accordo nella comunità scientifica – aggiunge -, tra chi sostiene che sia più utile fermarsi in fase di incubazione e chi invece lo ritiene necessario in fase di nursery». «Non dimentichiamo comunque – evidenzia Repetto – che se si tratta di compromessi con gli aspetti economici, un fermo biologico unico è comunque la risultanza di approfonditi studi scientifici».

Il fermo riguarda le specie pescate a strascico, come i naselli o le triglie, che quindi a cavallo tra settembre e ottobre scarseggeranno nelle tavole dei siciliani. «È chiaro che con la pesca multispecifica non tutte le specie si riproducono – conclude Repetto – ma la mediazione avviene scegliendo le specie che hanno maggiore valore economico. È un disagio per i pescatori, ma fermarsi è l’unico modo per ripopolare il mare e renderlo più pescoso per il futuro».


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