Augusta, Fava alla Camera su telefonata di Gemelli «Lobby di faccendieri in moto per confermare Cozzo»

«Trovo imbarazzante che per confermare Cozzo si sia mossa una lobby di faccendieri». L’attacco arriva dal vicepresidente della commissione nazionale Antimafia, Claudio Fava, che pochi minuti fa è intervenuto durante il question time alla Camera, riportando l’attenzione sul porto di Augusta e, in particolare sulle dinamiche che si sarebbero attivate per facilitare la nomina a presidente dell’attuale commissario Alberto Cozzo. Quest’ultimo, pur non essendo indagato, è finito nelle carte della procura di Potenza su quello che è stato ribattezzato il filone siciliano dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata.

Cozzo – che a MeridioNews ha smentito categoricamente l’esistenza dell’intercettazione – avrebbe parlato al telefono con Gabriele Gemelliil compagno dell’ex ministra allo Sviluppo economico Federica Guidi, dimessasi poco dopo lo scoppio dello scandalo. Insieme avrebbero commentato l’operato dei personaggi dell’Antimafia, figure che – stando alla trascrizione delle intercettazione – andrebbero «eliminate». La discussione tra Gemelli e Cozzo sarebbe scaturita dai contenuti di un’interrogazione parlamentare che Fava aveva fatto il giorno prima, in merito alla gestione di una gara d’appalto da oltre 700mila euro nel porto siciliano per lavori riguardanti la pavimentazione delle aree comuni e la realizzazione della segnaletica stradale.

«È spiacevole che che per un anno non siano state date risposte alla nostra interrogazione, mentre il giorno dopo dalla presentazione è stata immediatamente trasmessa a persone, tra cui anche Gemelli», ha dichiarato l’esponente di Si-Sel rivolgendosi al ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Fava ha poi sottolineato come al centro dell’attenzione ci sia il principale porto industriale d’Italia, che ogni anno accoglie ingenti quantità di petrolio, e che il testo parlamentare sia stato messo a disposizione di figure che lo hanno potuto valutare utilizzando «anche frasi deliranti»

Da parte sua, il titolare del dicastero si è soffermato sulla presenza di Cozzo a guida dell’Autorità portuale di Augusta e sulla prolungamento del regime commissariale per oltre 30 mesi. Un tempo giudicato eccessivo da Fava. «La questione riguarda i lavori del 30 agosto 2013 – ha detto Delrio, in merito alla gara che si sarebbe svolta con modalità opache -. In carica c’era il presidente Garozzo, non il commissario». Il ministro ha poi aggiunto che la gara si è svolta con procedura negoziata, con la partecipazione di sette ditte. «Il collegio dei revisori dei conti non ha sollevato alcuna osservazione», ha detto Delrio. Riguardo alla trasparenza, l’esponente del governo Renzi ha poi annunciato la volontà di aprire un sito Open Cantieri, contenente anche i dati relativi alle autorità portuali. Sul prolungarsi del regime commissariale, invece, Delrio ha sottolineato che al momento la situazione è cristallizzata in attesa delle elezioni dei nuovi presidenti, che dovrebbe avvenire nel giro di poche settimane. In tal senso, agli attuali commissari «vengono riconosciuti i poteri del presidente, senza distinzione tra ordinarietà e straordinarietà».

Sui presunti interessi e relative pressioni per far sì che Cozzo rimanesse al suo posto, si è espresso anche il vicepresidente di Confindustria Ivan Lo Bello. Parlando al quotidiano La Repubblica, Lo Bello ha dichiarato: «È vero, incontrai Delrio. Lo andai a trovare per raccontare il mio progetto alla guida di Unioncamere. Parlammo di porti, aeroporti, ferrovie. Non discutemmo di nomi né di persone. Dissi solo che l’aeroporto di Catania e il porto di Augusta erano ben presidiate da giovani manager». Poi, in merito, alle frasi sull’antimafia pronunciate da Gemelli: «Credevo di conoscere una persona diversa di una capace di frasi inaccettabili su Lucia Borsellino e l’Antimafia». Sull’accusa di essere un lobbista, Lo Bello ha replicato secco: «Lobbista? Sono un’istituzione». Tempestiva la replica di Fava: «Se pressioni non ne ha fatte, dovrebbe prendersela con chi spende il suo nome per millantato credito». Il parlamentare commenta poi la smentita dell’esistenza della telefonata tra Cozzo e Gemelli: «Un paragone con il caso Tutino-Crocetta non regge – dichiara a MeridioNews -. Qui non si parla di scoop giornalistico, ma di carte di un’inchiesta giudiziaria».


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