Salvini a Vittoria, tra crisi dell’agricoltura e Muos «Renzi e Crocetta stanno distruggendo la Sicilia»

Non c’era una grandissima folla ad attendere l’arrivo di Matteo Salvini a Vittoria, nel Ragusano. Il leader della Lega è arrivato al mercato ortofrutticolo intorno alle 10,30, accolto da un’ovazione e da un cantastorie che ha introdotto il tema di giornata: la crisi dell’agricoltura. «Non ce la facciamo più, ti prego dacci una mano», è il grido di allarme lanciato da un produttore che ha rinunciato alla raccolta del pomodoro piccadilly perché senza mercato, «è inutile – dice – in ogni metro quadrato di serra perdiamo un sacco di soldi, siamo al collasso». Un assist per Salvini che di questi temi ha fatto il suo cavallo di battaglia, una lotta che gli ha permesso di sconfinare al Sud «dove – afferma – la gente non ha più riferimenti, l’altra politica è fallita e noi siamo chiamati a dare risposte». 

Le prime parole di Salvini sono state spese per l’apertura dell’Europa all’olio tunisino: «Vengo a denunciare il massacro dell’agricoltura italiana, da Nord a Sud, ad opera del Partito democratico di Renzi, ma con il silenzio dei sindacati che dovrebbero difendere i lavoratori e invece fanno il gioco del governo. Per quanto riguarda la Sicilia – continua – Renzi e Crocetta stanno distruggendo agricoltura e pesca, ci sono pezzi d’Italia e della Sicilia dove lo Stato non esiste o, se esiste, è complice della mafia». Inevitabili poi i riferimenti al governatore: «Noi siamo quello che mangiamo, ma sinceramente non capisco cosa abbia potuto mangiare Crocetta da piccolo per essere così. Non vedo l’ora di mandarlo a casa, è una calamità naturale per la Sicilia».

Una volta dentro la sala Salvini preferisce parlare poco e ascoltare molto, prendendo appunti durante gli interventi di produttori, commissionari e operatori del settore, un sistema che al momento regge solo grazie agli assegni postdatati, ma le banche stanno iniziando a protestare i titoli. La conseguenza di questa crisi è rappresentata dalle aste giudiziarie: Vittoria è stata in passato la prima città della provincia iblea per prodotto interno lordo, oggi è la prima per numero di procedure giudiziarie in corso. Sollecitato sul tema – anche in virtù dell’episodio accaduto ieri a Pozzallo, dove l’imprenditore Corrado Giuga ha minacciato di darsi fuoco sul tetto del suo capannone venduto all’asta – Salvini ha risposto che con questo governo, complice delle banche, la situazione può solo peggiorare. «Sarebbe meglio se fossero incapaci, invece sono complici degli istituti di credito e pensano solo a fare decreti per decidere se le procedure devono avvenire dopo sette o diciotto rate».

I produttori chiedono a Salvini che si faccia portavoce della richiesta di stato di crisi del settore agricolo con la moratoria dei pagamenti e le esecuzioni bancarie e della revisione delle norme sul libero scambio, oltre a maggiori controlli in entrata per i prodotti che arrivano dall’estero. «Sono pronto a metterci la faccia – sottolinea Salvini – vi accompagno io al ministero che dovrà farci entrare, altrimenti iniziamo davvero ad incazzarci, ma tutto questo a patto che si tratti di una protesta vera». Infine il leader della Lega viene stuzzicato anche sul Muos di Niscemi, tema che liquida con poche parole: «Sono d’accordo con chi protesta, lì fortunatamente c’è una sentenza che va fatta rispettare».


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