Le 20 famiglie che in questi mesi hanno vissuto nell'istituto ex Foscolo e nella ex caserma del quartiere San Leone sono state trasferite nell'hotel Paradise. Si tratta di una misura temporanea, in attesa di avviare il piano di autorecupero che permetterà loro di vivere nell'edificio scolastico. Intanto, la giunta è in cerca di altri immobili
Messina, Comune evita sgombero occupanti «Ora in albergo, ma torneranno nella scuola»
Il sindaco di Messina Renato Accorinti e l’assessore ai Beni comuni Sebastiano Pino hanno trovato una soluzione per evitare lo sgombero da parte delle forze dell’ordine. Così le 20 famiglie che occupano, da mesi, la scuola ex Foscolo e l’ex caserma del quartiere San Leone da ieri sera vivono in albergo. In tal senso, l’amministrazione ha requisito due piani dell’hotel Paradise del rione Paradiso, lungo la litoranea Nord. Il trasferimento è iniziato già nel pomeriggio di ieri e proseguirà anche oggi.
Per 15 giorni le 7 famiglie dell’ex Foscolo potranno stare in albergo. Entro questo termine il Comune chiederà il dissequestro della ex scuola e la giunta varerà una deliberà per avviare il piano di autorecupero che consentirà ai nuovi inquilini di risiedere dentro la struttura. Inoltre, potranno anche regolarizzare le utenze pagando un canone di affitto sociale per l’occupazione delle stanze. All’interno dell’ex scuola, andranno a risiedere tre dei nuclei familiari che invece occupavano abusivamente l’ex caserma dei carabinieri in via San Leone. In questo caso, infatti, l’immobile è privato e appartiene alla storica famiglia nobiliare D’Alcontres di Messina.
«Si apre una nuova fase – spiega Antonio Currò, dell’Unione inquilini di Messina -. Dovremo reperire una nuova struttura comunale che possa accogliere le altre 10 famiglie. Forse un’altra scuola abbandonata». Ma non è detto, perché l’associazione ha già proposto al Comune, sulla scorta di quanto previsto dallo Sblocca Italia, che si facciano delle convenzioni per rintracciare alloggi abbandonati per i morosi incolpevoli. Si possono trasformare scuole e uffici per ospitare le famiglie anche per sei mesi. «C’è anche un decreto che permette di usare gli alloggi requisiti alla criminalità organizzata, oppure si possono fare convenzioni con privati e cooperative – prosegue Currò -. Ci sono 341 unità immobiliari dello Stato presenti sul territorio. In questi 15 giorni ci daremo da fare per trovarne una idonea».
Lo scorso anno, le famiglie sfrattate per morosità, sono state 500. Ma a rischio, secondo l’associazione, ci sarebbe una famiglia su 670. «Non vogliamo che nessuno resti in strada – ha spiegato l’assessore al ramo – vogliamo che tutti sappiano che le regole vanno rispettate». Fin dalla notifica di sfratto, la giunta si è impegnata per evitare lo sgombero forzato. «Fa male sapere che ci sono persone che devono affrontare questo problema – ha spiegato il primo cittadino -. Abbiamo fatto tutto quanto è nelle nostre possibilità». La convenzione con l’albergo prevede per gli occupanti solo l’alloggio e la prima colazione, mentre per il vitto si sta cercando di contattare le associazioni di volontariato.
La vicenda messinese dimostra l’estrema difficoltà nel gestire l’emergenza abitativa in Sicilia. La scorsa settimana, a Catania, è stata sgomberata una palazzina di via De Felice occupata dal comitato Casa per tutti. Anche in quel caso, l’amministrazione comunale è stata accusata di non aver fatto nulla per evitare l’intervento delle forze dell’ordine. Sgombero che, una settima fa, stava per attuarsi anche a Palermo, in un immobile di via Sadat. Dove però la procedura è stata sospesa per la presenza di un minorenne con gravi disabilità.