Messina, arrestati mandanti dell’omicidio La Boccetta «L’ordine partì dal carcere, con telefonata da cellulare»

È partito dal carcere messinese di Gazzi l’ordine di uccidere il boss Francesco La Boccetta il 13 marzo 2005. Una morte a cui seguirono altri due omicidi e che avrebbe potuto innescare una guerra di mafia in riva allo Stretto decisamente più lunga senza le operazioni condotte dai carabinieri negli anni successivi. 

Erano già noti gli esecutori materiali del delitto, adesso la Direzione distrettuale di Messina fa piena luce anche sui mandanti. Due le riunioni tra i vertici dei gruppi mafiosi cittadini per decidere di togliere di mezzo il boss, scelta che viene fatta tra le mura del carcere da Marcello D’Arrigo, Salvatore Centorrino, Daniele Santovito, Angelo Bonasera e Giuseppe Pellegrino. I cinque erano ai vertici del gruppo mafioso capeggiato da Pietro Trischitta, storico boss di Messina, e ben conoscevano l’amicizia tra quest’ultimo e La Boccetta. «Per questo la decisione di ucciderlo doveva essere presa all’unanimità, anche perché Trischitta era ristretto al carcere duro, e una volta appresa la notizia, avrebbe dovuto ritenerla inevitabile perché frutto della concorde volontà di tutti i suoi luogotenenti», ha spiegato in conferenza stampa il maggiore del Nucleo investigativo dei carabinieri Ivan Borracchia. Secondo gli inquirenti, una volta deciso l’omicidio, l’ordine viene dato attraverso il telefono cellulare che D’Arrigo aveva nel carcere di Gazzi, come poi rivelato dall’operazione Ricarica

Proprio D’Arrigo mette a disposizioni armi e uomini per uccidere La Boccetta, colpevole di «aver tradito il proprio gruppo avvicinandosi a quello di un altro boss, Santo Ferrante, e di avere diffuso la falsa notizia secondo la quale altri esponenti del clan si erano appropriati di una grossa partita di cocaina che, invece, egli stesso aveva fatto spacciare per conto proprio». Dalle indagini e grazie alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia – tra cui Santovito, ritenuto uno dei mandanti – è inoltre emerso che veniva contestato a La Boccetta di non sostentare le famiglie degli affiliati detenuti, oltre a gestire troppo egoisticamente le risorse derivanti dalle attività illecite del gruppo mafioso.

Oggi i carabinieri, con l’operazione Calispera, chiudono il cerchio arrestando i due presunti mandanti Giuseppe Pellegrino, 52 anni e Angelo Bonasera, 50 anni. La sera del 13 marzo 2005 due persone a bordo di una moto di grossa cilindrata, con i volti coperti da caschi integrali, affiancano La Boccetta che, a bordo di una microcar, fa rientro nella casa di accoglienza dove sta scontando gli arresti domiciliari e esplodono almeno cinque colpi di pistola calibro 7,65.

La Bocetta era un personaggio noto nel panorama della criminalità mafiosa messinese. Aveva iniziato la sua carriera negli anni ’80, riuscendo in breve a diventare uno dei luogotenenti del pluripregiudicato Luigi Sparacio. Nel tempo era riuscito ad adattarsi ai cambiamenti degli assetti della criminalità organizzata. In un primo tempo si era avvicinato al clan capeggiato dall’ergastolano Giacomino Spartà e poi a quello di Trischitta. I due di spartivano la gestione del territorio di Santa Lucia.

L’omicidio del boss viene vendicato dal suo gruppo il 29 aprile 2005, con l’uccisione a colpi di pistola sul viale Europa di Sergio Micalizzi, ritenuto uno degli autori materiali dell’agguato, e con il ferimento di Angelo Saraceno che si trovava in sua compagnia. Segue l’omicidio di Marcello Idotta. «Si evitò che la città piombasse in una guerra di mafia – spiega il maggiore Borracchia – grazie alle operazioni dei carabinieri Ricarica e Mattanza che hanno decimato le fila dei clan mafiosi contrapposti, arrestando quasi tutti gli autori ed i mandanti degli omicidi».

Per l’omicidio di La Boccetta sono stati già condannati all’ergastolo con sentenze definitive Gaetano Barbera, ritenuto uno degli autori materiali, Marcello D’Arrigo e Daniele Santovito, individuati come mandanti. Salvatore Centorrino, nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia, è stato condannato a dodici anni di reclusione, per essere stato anche lui uno dei mandanti. Angelo Bonasera è stato arrestato oggi nella sua casa di Goistra. A Giuseppe Pellegrino il provvedimento è stato notificato al carcere di Rossano.


Dalla stessa categoria

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Bottiglie in plastica del latte che diventano dei colorati maialini-salvadanaio. Ricostruzioni di templi greci che danno nuova vita al cartone pressato di un rivestimento protettivo. Ma anche soluzioni originali di design, come una lampada composta da dischi di pvc, un grande orologio da parete in stile anni ’70 in polistirolo e due sedie perfettamente funzionanti […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]