Sanità, ospedali di Barcellona e Milazzo uniti Asp dispone la chiusura del punto nascite di Lipari

Dopo il Consiglio di giustizia amministrativa, anche l’Azienda sanitaria provinciale di Messina depennerà il punto nascita di Lipari. Al pari di quello di Mistretta. La decisione è ancora ufficiosa. Perché sia efficace, occorrerà approvare l’atto aziendale – che pone le basi per l’unificazione degli ospedali di Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto – e la pianta organica. Ma le reazioni delle ormai note mamme dell’isola dell’arcipelago eoliano non hanno i tempi della burocrazia e Laura Zaia, in qualche modo colei che guida la contestazione, ha rivolto una lettera aperta al ministro Beatrice Lorenzin. «Il prossimo 15 settembre – annuncia la donna che lo scorso tre ottobre ha preferito partorire in casa piuttosto che mettersi in viaggio per Milazzo – ci sarà un consiglio comunale al riguardo. Io e una delegazione di mamme saremo presenti».

Quello in atto in seno all’Asp 5 è un processo di riorganizzazione in linea con la rimodulazione della rete ospedaliera, come spiega il direttore generale, Gaetano Sirna. Lo sforzo principale è quello di mantenere gli standard occupazionali, senza dichiarare esuberi, pur in presenza dell’abbassamento del tetto di spesa agli attuali 237 milioni 733mila euro. Tre milioni 748mila euro in meno rispetto al passato – sono fondi destinati al personale – a causa dei tagli operati dall’assessorato regionale alla Salute, lo scorso 5 agosto.

L’iter, avviato il 19 agosto, si sta svolgendo all’insegna della concertazione. L’ultimo incontro con i sindacati è in programma il prossimo 16 settembre. Tra le principali novità, ma si concretizzerà una volta approvato il nuovo atto aziendale, la realizzazione dell’ospedale unico di Milazzo-Barcellona. Con il nosocomio mamertino dedito alla chirurgia e quello del Longano alla medicina. Il nuovo atto aziendale, così come è stato presentato alle associazioni dei lavoratori, prevede pure la soppressione dei punti nascita di Lipari e Mistretta e la messa in sicurezza di quello di Sant’Agata di Militello. Restano Taormina, Patti e gli ospedali riuniti Milazzo-Barcellona. La discriminante, è il raggiungimento o meno dello standard dei 500 parti annui: «Rispettiamo – fa notare il dirigente – quanto previsto nella rimodulazione della rete ospedaliera. Dobbiamo assicurare gli standard organizzativi, tecnologici e di sicurezza. A Lipari viene comunque strutturato un percorso nascita con tre ginecologi per assicurare le cure durante la gravidanza».

Le donne dell’isola, tuttavia, non ci stanno. Provano «angoscia», come scrive Zaia al ministro della Salute, «all’avvicinarsi del parto. Chi vive sulla terraferma – prosegue – a qualche chilometro può trovare un altro ospedale. Noi no. Per noi c’è il mare di mezzo. Ansie e paure ci accompagnano per tutta la gravidanza. Una di queste è l’elisoccorso».

La donna ha già avuto modo di ribadire come con i soldi spesi per questo servizio si sarebbe potuto mettere in sicurezza il reparto, chiuso nel 2011, che dovrebbe servire tutte e sette le isole dell’arcipelago. «Non ci arrenderemo», promette nella sua lettera a Lorenzin. «A nome di tutte le mamme – scrive – le chiedo di capire che i tagli ci possono anche stare, ma con criterio. Non potete sempre accanirvi su posti come il nostro già disagiati per via dell’insularità. Siamo una realtà particolare. In inverno col maltempo non possiamo spostarci e in alcune condizioni meteo l’elicottero non potrebbe nemmeno intervenire. Le lascio immaginare, se ci fosse una situazione grave, cosa potrebbe succedere». Ora, si attendono risposte.


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