Cesarò, il paese senza acqua torna al passato  «Non ci resta che prenderla nei boschi vicini»

«Per prendere l’acqua alcuni vanno nelle fontane che ci sono nei boschi, altri preferiscono andare di notte in una fonte a valle che scende dai monti. Almeno così evitano le file che ci sono di giorno». Il racconto di quello che sembra un paradossale ritorno al passato, arriva da un commerciante di Cesarò. Piccolo Comune in provincia di Messina a pochi passi dal cuore dei boschi dei monti Nebrodi. «Questa situazione la viviamo praticamente ogni estate – continua l’esercente – al danno si aggiunge la beffa. Sono arrivate anche le bollette del biennio 2010/2011 con importi per tanti superiori a mille euro».

A finire sotto accusa è la condotta idrica che viene gestita dall’ente regionale acquedotti siciliani, una società nata nel 1942 e finita in liquidazione nel 2004 e sostituita dalla società mista Sicilacque spa. L’acqua verso i Comuni di San Teodoro e Cesarò arriva grazie ad alcuni motori da Maniace, zona agricola più a valle in provincia di Catania. «Abbiamo riparato due falde – spiega Salvatore Calì, sindaco di Cesarò – poi giorno 19 si è rotta una pompa che è stata sostituita con quella di riserva. Il giorno successivo ancora una perdita che non poteva essere riparata prima delle festività di San Calogero. Adesso sono al fiume da tre giorni. Abbiamo saldato il buco, adesso faremo partire il motore e questa notte tutto dovrebbe tornare alla normalità».

Perdita che ha costretto il primo cittadino a dover emettere un’ordinanza dove si comunica che, a causa della rottura di un tubo, viene sospesa l’erogazione fino al termine dei lavori. «Per risolvere il problema – racconta il commerciante – ho comprato una vasca da 500 litri che metto dentro il furgone. L’acqua la vado a prendere però a Maletto che dista 21 chilometri. Negli ultimi giorni ho dovuto fare ben sei viaggi, tra andata e ritorno quasi 300 chilometri». Non tutti gli abitanti del paese però possono permetterselo. «Nella fontana che c’è nella parte bassa di Cesarò c’è la fila perché è il posto più vicino. Chi arriva con vasche grandi non è visto di buon occhio, ecco perché si è vissuto qualche momento di tensione».

Migliore la situazione nel vicino Comune di San Teodoro, nonostante parte dell’erogazione provenga dalla stessa condotta di Maniace. «Attingiamo anche da un’altra condotta – spiega il primo cittadino Salvatore Agliozzo – che ci ha consentito per quindici giorni di mandare l’acqua a giorni alterni. Ieri sera sono stato alla condotta per la riparazione dell’ultima perdita che è quella più grossa. Dal 2012 a oggi l’erogazione è stata fatta giornalmente tranne qualche problema senza nessun tipo di disservizio».     


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