Inchiesta servizi sociali, ingerenze dei politici Licenziati per far posto ai raccomandati

Niente mazzette per i politici coinvolti, secondo la Procura, nell’inchiesta Patti & affari. La loro ricompensa, semmai, sembrerebbe la possibilità di decidere, anche tramite i dipendenti comunali, sulle assunzioni di personale in seguito all’assegnazione dei servizi oggetto delle gare. Con effetti, in qualche circostanza, deflagranti. Per il reclutamento di questi nuovi lavoratori, che talvolta pare fossero privi dei titoli necessari, o incompetenti, in diversi casi sembra sia stato necessario licenziare dipendenti più preparati e qualificati. Da qui, la fornitura di servizi scadenti in settori delicati come l’assistenza ai disabili e ai minori. Nell’indagine sono coinvolti gli attuali sindaci di Patti e Librizzi, Mauro Aquino e Renato Cilona; Giorgio Cangemi, presidente del consiglio comunale pattese, il suo vice Alessio Papa, i consiglieri Nicola Giuttari e Domenico Pontillo e l’assessore Nicola Molica; Giuseppe Venuto e Francesco Gullo, rispettivamente ex sindaco ed ex assessore ai Servizi sociali di Patti fino al 2011. 

Il gip, pur riconoscendo questa sorta di interferenza da parte dei politici come una remunerazione per i voti ricevuti alle elezioni, ha escluso l’ipotesi di corruzione in assenza della prova che sia avvenuta nella fase precedente delle procedure negoziali. Tra chi si è prestato al gioco ci sarebbe anche Giuseppe Busacca, 58enne di Ficarra, residente a Pace del Mela, presidente della cooperativa Genesi che, a Messina, gestisce Casa serena. Secondo gli inquirenti, non si sarebbe limitato a prendere personale segnalato da politici e amministratori pubblici ma avrebbe obbligato dipendenti a sottoscrivere lettere di dimissioni preconfezionate, pena la mancata assunzione. Lettere utilizzate, successivamente, al momento della fine del rapporto lavorativo, con tutti i benefici del caso.

Sempre Busacca avrebbe stretto accordi con Michele Cappadona, secondo gli inquirenti amministratore di fatto della cooperativa Pegaso, al fine di determinare l’assegnazione del servizio di assistenza domiciliare agli anziani e telesoccorso, a Patti, nel 2012. Nello specifico, lo avrebbe contattato per comunicargli l’intenzione di presentare un’offerta con ribasso minimo del 2 per cento in cambio di future collaborazioni. Cappadona, ritenuto a capo dell’associazione a delinquere oggetto di indagini, nel corso della procedura di assegnazione dell’assistenza domiciliare per anziani e telesoccorso di Librizzi, nel 2012, avvalendosi della collaborazione di Cilona – che pare gli assicurasse la disponibilità di un immobile – avrebbe fruito di una maggiorazione del punteggio legato alla propria proposta contrattuale.

Tra i soggetti destinatari di misure cautelari spicca Salvatore Colonna. Il 61enne funzionario dell’ufficio Servizio sociale di Patti avrebbe avuto un ruolo nell’assunzione di personale privo di requisiti, in particolare del titolo di operatore socio-assistenziale, nella Capp 1990, aggiudicataria dell’assistenza igienico-sanitaria nelle scuole di Gioiosa Marea, nel 2011. Legale rappresentante della coop è l’altro promotore del sodalizio criminale – sempre a detta della Procura – Giuseppe Pizzo. Colonna avrebbe segnalato personale da assumere pure a Busacca, l’anno dopo, per il servizio di assistenza domiciliare disabili per il distretto D30. Come componente di varie commissioni aggiudicatrici, avrebbe condizionato la valutazione di diversi progetti.  


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